Il caso di Alfredo Cospito, l’anarchico condannato in via definitiva per aver gambizzato un dirigente dell’Ansaldo Nucleare e in attesa della definizione del giudizio per l’attentato alla Scuola allievi dei carabinieri di Fossano per la quale è accusato del reato di strage politica, è arrivata al vaglio dei giudici della Corte costituzionale. Il 55enne, che ha iniziato uno prolungato sciopero della fame che ha imposto anche il ricovero in ospedale, chiede l’abolizione del carcere duro. Una protesta contro le decisioni prese nei suoi confronti dei magistrati che fino alla Cassazione hanno confermato il regime carcerario nei suoi confronti, ma anche contro il carcere duro applicato nei confronti degli altri detenuti. Oggi uno degli ultimi capitoli (è stato presentato anche un ricorso alla Cedu, ndr). Secondo la difesa dell’anarchico: “La pena fissa è stata dichiarata indiziata di incostituzionalità perché non consente di parametrare la pena all’offesa”. ”

“Porterebbe a un vulnus nel sistema” il riconoscimento di attenuanti per lieve entità del fatto a Cospito per il reato di strage politica secondo l’avvocato generale dello Stato Paola Zerman, che con il collega Ettore Figliolia ha chiesto alla Corte costituzionale di dichiarare inammissibile e infondata la questione sollevata dalla Corte d’assise d’appello di Torino, che deve ridefinire la pena da infliggere all’anarchico per l’attentato alla Scuola dei carabinieri di Fossano. Una decisione in senso favorevole all’anarchico infatti “può aprire la strada a riconoscere la lieve entità ad altri reati come l’associazione mafiosa“. “L’equivoco di fondo è che laddove non ci siano morti il fatto sia considerato di lieve entità”, ma l’articolo 285 punisce chiunque, contro la sicurezza dello Stato, compia attentati, ha aggiunto l’avvocato. “Si può cambiare la politica ma sempre in modo democratico – ha concluso – L’anarchico è colui che non agisce mai isolato perché dietro c’è l’ideologia. L’anarchico ritiene che la violenza possa vincere“.

Cospito è imputato a Torino perché ritenuto responsabile dell’esplosione di due ordigni, piazzati all’interno di due cassonetti all’ingresso della Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, che non causò morti né feriti. Per quella vicenda, del 2006, è stato condannato dalla Corte d’Appello a 20 anni di reclusione con l’accusa di strage. Quando il caso è arrivato davanti alla Cassazione, i giudici hanno ritenuto si trattasse “di strage contro la sicurezza dello Stato”, e rinviato il procedimento alla Corte d’Appello di Torino, per rideterminare pena. Nel nuovo processo d’Appello, il pg ha chiesto la condanna all’ergastolo, come prevede la legge nel caso di recidiva. I giudici torinesi hanno, a loro volta, inviato gli atti alla Consulta accogliendo la questione di legittimità costituzionale, sollevata dalla difesa di Cospito, sul tema della bilanciamento tra l’attenuante della ‘lieve entità’ del fatto e l’aggravante della recidiva. I giudici devono pronunciarsi sulla costituzionalità dell’articolo 69 del codice penale, che per il reato di strage politica impedisce sconti di pena nei casi, come quello di Cospito, di recidiva aggravata. Una decisione da cui dipenderà il destino giudiziario dell’anarchico, che rischia di veder innalzare all’ergastolo la condanna a 20 anni che già sta scontando l’attentato alla scuola Carabinieri di Fossano”.

“Domani avrò un colloquio con lui, speriamo di avere già la decisione della Consulta, così da poterci orientare alla comprensione di che cosa fare ora” ha detto l’avvocato Flavio Rossi Albertini all’uscita dalla Corte costituzionale Quanto alle condizioni del suo assistito “non si alimenta con pasta, pesce e carne, da 180 giorni Non avremmo mai pensato che sarebbe giunto vivo al 18 aprile. Ma ha perso la capacità di deambulare, non muove più un piede e ha perso 50 chili di peso”.

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