Alfredo Cospito ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti umani (Cedu) in relazione al processo in corso a Torino cui è imputato per l’attentato alla scuola allievi Carabinieri di Fossano del 2006. Il detenuto anarchico – in sciopero della fame dallo scorso ottobre contro il regime di 41-bis – sostiene che è stato violato il suo diritto a non essere condannato per un’interpretazione giuridica che non esisteva al momento in cui il reato fu commesso. Secondo i suoi legali, infatti, la qualificazione di “strage contro la sicurezza dello Stato” (articolo 285 del codice penale) che la Cassazione ha attribuito all’attentato – rinviando perciò il fascicolo alla Corte d’Assise d’Appello piemontese – non era prevedibile alla luce della giurisprudenza nazionale esistente al momento dei fatti.

Di fronte ai cancelli della scuola di Fossano erano esplosi due ordigni che non avevano causato morti né feriti, limitandosi a danneggiare edifici e recinzioni: al termine del primo processo di secondo grado, Cospito era stato condannato a vent’anni di reclusione per stragesemplice” (articolo 422). L’interpretazione della Cassazione, invece – sostiene il ricorso – è “del tutto diversa e peggiorativa da quella sino ad allora vigente e per di più non preceduta da alcuna decisione di uguale portata, rendendo impossibile per lo stesso, nel momento in cui nel 2006 ha deciso di agire, la possibilità di prevedere il cambio di prospettiva. Risulta evidente come la soluzione ermeneutica adottata dalla Cassazione si risolve in un trattamento arbitrario da parte dello Stato”, si legge.

Intanto è stata fissata al 18 aprile l’udienza di fronte alla Corte costituzionale che dovrà decidere sulla norma della legge ex-Cirielli che impedisce di ritenere l’attenuante della “lieve entità del fatto” (applicabile nel caso di specie) prevalente sull’aggravante della recidiva, e obbligherebbe così, in ottemperanza alle indicazioni della Cassazione, a condannare Cospito all’ergastolo. L’anarchico, che si trova ancora ricoverato nel reparto penitenziario nell’ospedale San Paolo a Milano, continua a rifiutarsi di assumere integratori, come aveva promesso di fare dopo che la Suprema Corte ha bocciato il suo ricorso contro il carcere duro. “Le condizioni di sottopeso sono sempre più gravi”, ha riferito il medico di fiducia Andrea Crosignani, che giovedì lo ha visitato. “Gli ho spiegato che è una condizione ad altissimo rischio, ma è lucido e assolutamente determinato a continuare ancora con lo sciopero della fame, rifiutando ancora l’assunzione del potassio”.

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