“Negli anni ’90 Draghi ha svenduto l’argenteria del nostro Paese”. Domenico De Masi, ospite de La Confessione di Peter Gomez, in un’intervista realizzata in esclusiva per TvLoft e disponibile sulla piattaforma, ripercorre la storia dell’Iri, l’Istituto per la ricostruzione industriale, oggi ricordato esclusivamente come un carrozzone di Stato, come simbolo di inefficienza e sprechi, accomunato al periodo delle tangenti facili. Per il sociologo però, che nel 1966 si era trasferito a Roma come docente e consulente di Sociologia del lavoro presso l’Ifap, Centro Iri per lo studio delle funzioni direttive aziendali, si tratta di una versione distorta: “È interessante che tutti parlino male dell’Iri. Significa che è avvenuto proprio quello che io penso. – ha premesso – L’Iri è stata una struttura creata quando le banche negli anni Trenta chiesero prestiti allo Stato. E lo Stato, che era forte, diede i prestiti, però in cambio si prese le azioni e diventò proprietario di queste aziende. Le aziende andavano molto, molto bene. Andavano meglio quando erano Iri, che non quando sono state privatizzate”.

Dal punto di vista storico però, secondo De Masi, “l’Iri era una bestemmia economica. Non solo molte aziende erano di Stato, non solo l’80% delle banche erano di Stato, ma c’era il più grande partito comunista d’Occidente. Quindi, l’Italia era un’eresia, non solo in Europa, ma in tutto l’Occidente”. E cosa accadde quindi? Qui il sociologo colloca l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, che ebbe un ruolo decisivo nella svendita delle società pubbliche italiane. “Fu mandato un giovane economista, un brillantissimo italiano, che aveva studiato al Mit, si era specializzato lì, fior fiore del neoliberismo. – ha spiegato De Masi – Fu mandato lì dal ’91 al 2001. Per dieci anni fu il segretario generale del ministero del Tesoro, poi presidente della Commissione per le privatizzazioni. Il 2 giugno del 1992 arrivò a Civitavecchia il Britannia della regina Elisabetta con sopra il fior fiore dei finanzieri mondiali. – ha proseguito lo studioso – Il nostro giovane segretario generale del Tesoro salì sullo yacht, fece un discorso bellissimo in cui in sintesi disse: ‘Avete l’argenteria del nostro Paese a vostra disposizione. Approfittatene‘. L’astuzia di questo giovane, che io ammiro proprio per la sua astuzia quasi luciferina, è che fece fare la cosa più di destra, cioè le privatizzazioni, a quattro governi di sinistra: il governo Amato, due governi D’Alema, un governo Prodi”, ha concluso De Masi.

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De Masi a La Confessione per TvLoft di Peter Gomez: “De Luca mi circondò di badanti quindi mi sono dimesso dal Festival di Ravello”

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