Un olfatto super sensibile rende il protagonista del romanzo Il Profumo prigioniero degli odori nauseanti che lo circondano nella sua quotidianità, quella della Francia del 18° secolo. Solo un profumo riesce un giorno a inebriarlo – quello di una donna – grazie al quale sperimenta che nel mondo può esistere qualcosa di bello. Purtroppo, quella scoperta, invece che portarlo ad accettare maggiormente la realtà, lo trascina verso un’ossessione che diventa criminale. L’odore di fatto ha un grande potere sul cervello perché riporta alla memoria sensazioni, immagini, anche di fatti accaduti lontani nel tempo. In particolare – anche se può apparire paradossale – l’odore del sudore può essere una chiave di volta per aiutare a curare l’ansia sociale, a ridurre alcune fobie legate alle relazioni con gli altri. È quello che ha riscontrato un gruppo di ricercatori del Karolinska Institutet (Svezia) e dell’Università di Padova in uno studio dove è emerso che l’esposizione agli odori umani estratti dal sudore attiva percorsi cerebrali legati alle emozioni, offrendo così un effetto calmante. Si tratta di uno studio pilota per cui è ancora troppo presto per affermare di avere trovato una nuova terapia, ma di sicuro ci sono nuovi elementi su cui vale la pena sviluppare future ricerche.

Che cos’è l’ansia sociale – Il disturbo di ansia sociale è una forma di timidezza patologica caratterizzata da un’eccessiva paura di fare brutta figura, di apparire ridicoli di fronte agli altri (soprattutto estranei, persone autorevoli o dell’altro sesso), di essere inadeguati o non all’altezza delle situazioni. Si distingue dalla semplice timidezza perché causa un forte malessere, è difficile da gestire e ha ricadute negative nei rapporti con gli altri, a scuola o sul lavoro. Ne soffre particolarmente le donne.

Lo studio sul sudore – Il gruppo di ricercatori ha raccolto il sudore da una serie di volontari sani mentre guardavano brevi spezzoni di film selezionati per suscitare particolari stati emotivi, come la paura o la felicità. Sono poi stati reclutati tre gruppi da 16 giovani donne che soffrono di ansia sociale a cui è stato chiesto di utilizzare per due giorni dei profumi a base di sudore della paura, sudore della felicità e aria, senza sapere cosa contenessero. I risultati post-psicoterapia hanno poi mostrato che le donne esposte al sudore, sia di persone che avevano guardato film divertenti o spaventosi, hanno risposto meglio alla terapia della consapevolezza rispetto alle altre. La sorpresa per i ricercatori è stata che il sudore prodotto mentre qualcuno era felice ha avuto lo stesso effetto di quello frutto della paura, come se ci fosse qualcosa di specifico nei segnali sudoripari umani che in generale influiscono nella risposta del cervello. Per scoprirlo, il gruppo di studio sta testando in uno studio di follow-up con persone che guardano documentari emotivamente neutri se è semplicemente il fatto di essere esposti al sudore di qualcun altro ad avere un effetto positivo. In altre parole, si vuole verificare se i potenziali benefici terapeutici derivano dall’inconscia percezione di segnali emotivi altrui, o se si tratta semplicemente della componente umana, a prescindere dall’emozione.

“Annusare il sudore calma l’ansia”: il nuovo studio e l’analisi dell’esperto

AVANTI
Articolo Precedente

Salute mentale, dobbiamo usare con cura le parole o vincerà lo stigma

next
Articolo Successivo

L’allarme infertilità dell’Oms: una persona su sei al mondo ne soffre. “Necessario ampliare l’accesso alle cure”

next