La situazione in Italia è già considerata critica in diversi comuni del Nord, ma quello che ha annunciato la Tunisia va oltre le preoccupazioni per la scarsità idrica, che nel Paese ha raggiunto livelli allarmanti. Tanto che le autorità hanno annunciato fin da ora restrizion, che dureranno fino al 30 settembre, nella distribuzione e nell’uso di acqua potabile per preservare le scarse riserve delle sue dighe.

“In considerazione della frequenza degli anni di siccità, che ha avuto un impatto negativo sulle riserve delle dighe al punto da raggiungere un livello di scarsità senza precedenti, il ministero dell’Agricoltura ha deciso di vietare l’uso di acqua potabile per l’irrigazione agricola e gli spazi verdi, per la pulizia di strade e spazi pubblici fino al 30 di settembre”, si legge in una nota nella quale si precisa che queste misure saranno tuttavia “provvisorie”.

Con la scarsità di precipitazioni, le trenta dighe del Paese, utilizzate per l’irrigazione ma anche per l’approvvigionamento di acqua potabile, mostrano livelli di riempimento allarmanti. Nessuna raggiunge un terzo del livello massimo, secondo i dati ufficiali, in particolare, il tasso di riempimento delle dighe è passato dall’80% del 31 marzo 2019 al 31% di oggi, 31 marzo 2023. Come conseguenza per i cittadini l’interruzione nell’erogazione dell’acqua potabile nelle case avverrà dalle 21 fino alle 4 o le 5 del mattino, ha annunciato il direttore generale della Società nazionale per lo sfruttamento e la distribuzione dell’acqua (Sonede), Mosbah Helali.

La Tunisia sta vivendo il suo quinto anno consecutivo di siccità che sta colpendo in modo ancora più duro del solito le regioni semiaride come Kasserine (centro-ovest) e Gabes (sud), ma anche il nord-ovest con il suo clima più temperato, considerato il granaio del Paese. A dire il vero da una settimana la Sonede ha iniziato a effettuare, senza preavviso, tagli all’acqua a Tunisi e in altre grandi città come Sfax e Hammamet. “Questa preoccupante situazione avrà conseguenze sull’agricoltura, la principale risorsa economica del Paese, che rappresenta circa il 10% del Pil, ha detto il portavoce del sindacato tunisino dell’Agricoltura (Utap), Anis Karbach.

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