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Ambra Angiolini: “È come avere un tumore all’anima, la bulimia. Mia mamma mi lasciava dei post-it ad ‘altezza vomito’, poi Jolanda ha riempito un vuoto”

In un’intervista al settimanale del “Corriere”, la cantante e attrice si è raccontata senza veli: dai problemi adolescenziali di bulimia, fino ai canoni di bellezza imposti dalla televisione e le etichette che ha dovuto imparare a ignorare

di Gabriele Scorsonelli

Una storia di sofferenza e rinascita, rischiando di cadere nella potenza delle etichette e del chiacchiericcio mediatico e chiudendo le porte a un baratro che sembrava poterla ingoiare. È sincero e senza veli il racconto di Ambra Angiolini in un’intervista a 7, il settimanale del Corriere: dai problemi adolescenziali di bulimia alla televisione, quel mondo che le ha dato, ma anche tolto tanto. Lo stesso che la voleva necessariamente magra e in linea con dei canoni di bellezza stabiliti, finendo per trascinarla a dover combattere dolori e insicurezze: “Da piccola vidi un film in cui c’era una ragazza a una festa in cui tutti erano benvestiti e si divertivano. Le veniva una crisi di panico: prendeva a mangiare qualsiasi cosa dal buffet, poi correva in bagno a vomitare tutto. Quella scena mi è entrata in testa e quando ho cominciato a non stare bene l’ho copiata – ha rivelato l’attrice –. La bulimia ha reso il mio corpo colpevole di essere diventato diverso rispetto a quello con cui ero diventata famosa”.

Una “colpa” dalla quale Angiolini è riuscita a non farsi risucchiare: “Alla gente interessava solo che tornassi magra, mentre io stavo facendo i conti con la voragine che avevo dentro. Allora ho chiuso gli occhi: non potevo farmi distrarre da quella roba, non potevo dare retta a loro prima di aver capito cosa mi stesse capitando”, ha continuato. E forse, proprio la forza del decidere da sé l’ha aiutata a ignorare il ritratto che la società le aveva fatto, quasi soffocandola: “La bulimia è come avere un tumore all’anima. Non c’è una cura immediata, uguale per tutti: è un processo personale che va attraversato fino in fondo. Se ti anestetizzi la malattia diventa te e non te la levi più di dosso. Alle ragazze dico: ‘Cominciate a sfilarvela e a tenervela accanto. Farà un pezzo di strada con voi ma a un certo punto le lascerete la mano e se ne andrà’”, ha poi spiegato.

E in effetti, anche per la cantante la cura è arrivata con il tempo e fondamentale è stato l’affetto della famiglia: “Mia madre mi lasciava bigliettini, Post-it ad altezza vomito. O delle canzoni. Lì per lì mi facevano sentire in colpa, poi è stato importante sentire che non c’era giudizio, che per lei io non ero la mia malattia. Ho cominciato a pensare che la bulimia fosse qualcosa da cui potevo allontanarmi”, ha confessato. La nascita della figlia Jolanda, concepita insieme a Francesco Renga (da cui Angiolini si è poi separata), è stata la ciliegina sulla torta di un percorso di rinascita: “Jolanda ha riempito un vuoto. Quando me lo sono trovata dentro la pancia ho sentito che quel pezzo d’amore che cercavo ovunque in realtà era dentro di me”.

Spazio, infine, anche per parlare di un video diventato virale, in cui proprio Jolanda Renga risponde ai propri hater: “Ha fatto tutto da sola. Non le ho detto hai fatto bene o male, ma solo che, se il motivo di partenza per lei era giusto, doveva stare serena, qualunque fossero state le reazioni – ha commentato Ambra Angiolini –. Coi miei figli preferisco avere paura ma vedere cosa scelgono in libertà: così conosco davvero chi sono, e non solo quello che vogliono mostrarmi. Io, da figlia, quell’errore l’ho fatto”.

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