“Chiaramente le tensioni sulla stabilità finanziaria potrebbero avere un impatto sulla domanda e potrebbero effettivamente svolgere parte del lavoro che altrimenti sarebbe svolto dalla politica monetaria e dai rialzi dei tassi d’interesse. L’impatto è incerto in questo momento, ma dovrà essere preso in considerazione quando produrremo le nostre prossime proiezioni e anche quando faremo la nostra prossima valutazione e decideremo la nostra prossima mossa di politica monetaria”. Così oggi la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde. La traduzione è che il collasso di Credit Suisse potrebbe togliere qualche castagna dal fuoco a Francoforte e fare un po’ del lavoro sporco che altrimenti dovrebbe continuare a fare la Bce alzando i tassi. Ossia riduce l’offerta credito, rallenta l’economia e raffredda i prezzi anche grazie all’azione negativa sull’occupazione.

Si sia certi che la crescita “non è una cosa che dimentico quando vado a letto ogni sera. So che alcune persone stanno soffrendo più di altre e so in particolare che i più vulnerabili, sia che si tratti di lavoratori dipendenti che di piccoli imprenditori, stanno subendo un duro colpo a causa dell’inflazione. Ho dei familiari che si trovano in questa situazione e quindi la vedo molto da vicino”, confessa Lagarde. “Se c’è una cosa che mi porta più determinazione, più passione e più energia per ridurre l’inflazione, per ripristinare la stabilità dei prezzi, perché sappiamo che senza la stabilità dei prezzi non ci sarà crescita, non ci saranno decisioni economiche per il futuro e per migliorare lo stato dell’economia”.

La scorsa settimana la Bce a nuovamente alzato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale nonostante fossero già in atto forti turbolenze sui mercati a causa del fallimento della statunitense Silicon Valley Bank e dei segnali che già arrivavano dal gruppo elvetico. Lagarde ha detto oggi che la Bce deciderà le prossime mosse “sulla base delle nostre osservazioni sui mercati e della nostra politica di reinvestimento parziale, alla fine di giugno e probabilmente anche prima” se aumentare o ridurre le politiche di quantitative tightening sugli asset, ossia il ritiro degli acquisti di bond e “dipenderà dai dati”. “L’elevato livello di incertezza rafforza l’importanza di un approccio dipendente dai dati per le nostre decisioni sui tassi ufficiali, che saranno determinate dalla nostra valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell’inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria”, ha ribadito la banchiera centrale.

Lagarde ha rassicurato sul fatto che la Bce è pronta ad intervenire in caso di necessità per preservare la stabilità del sistema finanziario dell’area euro ribadendo comunque la buona salute del sistema bancario europeo. “Siamo molto fiduciosi che le posizioni di capitale e di liquidità delle banche dell’area dell’euro siano molto soddisfacenti, con un significativo coefficiente di capitale e di liquidità e un coefficiente di copertura molto superiore ai requisiti”, ha detto la presidente della Bce. “Riteniamo che il settore bancario dell’area dell’euro sia resistente con forti posizioni di capitale e di liquidità”. “Non c’è alcun compromesso” tra “la stabilità dei prezzi da un lato e la stabilità finanziaria dall’altro”, ha continuato Lagarde precisando che “Per quanto riguarda la stabilità finanziaria abbiamo tutti gli strumenti necessari.

“Non sappiamo come si svilupperanno le tensioni finanziarie, ma siamo molto fiduciosi che il nostro settore bancario sia solido, ben capitalizzato e con forti coefficienti di liquidità. Le regole che si applicano in Europa nell’ambito delle direttive che abbiamo in materia di risoluzione delle crisi non sono quelle applicate da altre istituzioni, in particolare dalle autorità svizzere. La Svizzera non stabilisce standard in Europa e questo è stato chiarito dalla dichiarazione congiunta rilasciata in dal braccio di supervisione della Bce, Srb e Eba”, ha sottolineato la presidente della Bce dopo che Berna ha deciso di caricare le perdite di Credit Suisse sui bond subordinati in via prioritaria rispetto alle normali azioni.

Secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti il rialzo dei tassi d’interesse della Bce “va calibrato con molta attenzione perché aumentare i tassi è utile per domare l’inflazione ma può causare qualche problema alla stabilità finanziaria”. “Riportare l’inflazione al 2% deve essere la nostra stella polare“, afferma però il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.“La direzione sui tassi è chiara, l’inclinazione certa anche se occorre agire con prudenza e valutare caso per caso o come diciamo nei comunicati, meeting per meeting, sulla base dei dati disponibili”, aggiunge.

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