Incredibile ma vero. Mentre le azioni crollano del 60%, il valore di bond da 16 miliardi di franchi viene spazzato via e la Svizzera si appresta a mettere mano al portafoglio per salvare il salvabile, i dirigenti di Credit Suisse annunciano che gli aumenti di stipendio e i bonus arriveranno lo stesso. L’istituto ha detto ai suoi circa 50mila dipendenti di non preoccuparsi troppo perché l’intenzione è quella di mantenere una continuità operativa. Non ci saranno quindi modifiche alle disposizioni sui salari e i bonus che verranno regolarmente versati il ​​24 marzo. Davvero difficile capire per quale motivo i dirigenti di un gruppo di fatto fallito debbano ricevere dei premi, ma tant’è. Lo è ancora di più se si considera che molto probabilmente anche i contribuenti svizzeri, alla fine, uno sforzo per la banca lo dovranno fare. Il governo elvetico si è impegnato a coprire eventuali perdite che dovessero derivare ad Ubs dall’operazione fino a una somma di 10 miliardi di franchi. “Prevediamo che la fusione (Credit Suisse la chiama così mentre Ubs parla di acquisizione, ndr) si concluderà entro la fine del 2023 e fino a quel momento continueremo a operare il più vicino possibile al ‘business as usual’, concentrandoci sui servizi ai nostri clienti”, ha affermato l’istituto di credito in una nota.

Non ci saranno ricadute neppure per i premi previsti in Ubs. Il ministro delle finanze svizzero Karin Keller-Sutter ha dichiarato che non ci saranno restrizioni imposte dallo stato sui bonus di UBS come conseguenza degli aiuti all’acquisizione concessi nell’accordo. “UBS non è in difficoltà. Sui bonus può quindi decidere da sola“, ha affermato. La decisione di Credit Suisse sta però sollevando le prime proteste. Le normative too-big-to-fail vanno riviste per obbligare la dirigenza di Credit Suisse a rinunciare ai bonus, chiede la Fondazione per la protezione dei consumatori (Sks) alla luce dell’acquisizione della banca da parte di Ubs. “È inaccettabile che una banca di importanza sistemica venga condotta al baratro, che debba essere sostenuta dallo Stato e che allo stesso tempo vengano versati bonus”, indica Sks in una nota. “Ci sono volute misure drastiche per ripristinare la fiducia nel Credit Suisse”, ha ricordato Sara Stalder nel comunicato. Il prezzo è stato tuttavia molto alto: in futuro, i rischi per la Svizzera in caso di fallimento di Ubs saranno ancora maggiori di quelli attuali.

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