Da un lato il fronte realista del governo, che con il ministro Raffaele Fitto promette di “tener conto del richiamo del presidente Mattarella” sulle concessioni balneari. Dall’altro la maggioranza, che continua a farsi megafono del comparto che tra 2016 e 2020 ha versato allo Stato canoni medi di 101,7 milioni contro un giro d’affari di 15 miliardi: lunedì i vicepresidenti del Senato Gian Marco Centinaio (Lega) e Maurizio Gasparri (Forza Italia), insieme a Deborah Bergamini (Fi), Riccardo Zucconi di FdI, Elisa Montemagni della Lega e Marco Simiani del Pd, sono andati all’Assemblea nazionale Cna Balneari alla fiera Balnearia 2023 a sostenere le tesi dei concessionari. In mezzo la Commissione Ue, che è pronta a mettere in mora l’Italia nei cui confronti è in corso una procedura di infrazione dopo aver “appreso dalla stampa che la conversione in legge del decreto Milleproroghe, che prorogherebbe ancora le attuali concessioni balneari in Italia, è stata promulgata dal presidente della Repubblica italiana con riserva, in particolare in relazione a ‘profili di incompatibilità con il diritto europeo”‘. Per la portavoce della Commissione per il Mercato interno, Sonya Gospodinova, “questo sviluppo è abbastanza preoccupante“. Bruxelles ribadisce ancora una volta la necessità di garantire “trasparenza e concorrenza leale” nel settore e “valuterà ora attentamente il contenuto e gli effetti del provvedimento, che non è stato ancora notificato, per valutare la risposta adeguata“.

Intanto Gasparri e Centinaio sono convintamente sulle barricate insieme ai concessionari. “Ci sarà la mappatura” – il cui avvio però è stato rinviato a luglio – “a quel punto capiremo se la risorsa è scarsa o meno”, ha detto il secondo sempre a Balnearia, a margine del convegno Onda d’urto balneari in mobilitazione a cura di Assobalneari Confindustria e della base balneare di Donne Damare. “Se non dovesse essere scarsa si dovrà seguire quello che dice l’Europa, ovvero che la direttiva Bolkestein funziona e deve essere applicata quando la risorsa è scarsa. E quindi avremmo ragione noi e i balneari devono uscire dalla Bolkestein“. Sulla stessa linea Gasparri: “Se la risorsa non è scarsa follie sui balneari non se ne facciano. Sul mondo balneare c’è un’ossessione manicale dell’Ue. Si occupino di altre priorità. Non è vero che sono approfittatori, sono imprenditori strategici per il nostro turismo e vanno tutelati. Paghino il giusto ma non vanno espropriati. Che l’Ue smetta di cavillare su un argomento che non merita tutto questo accanimento. Sono posizioni arroganti, inaccettabili e sbagliate“. Le parole della portavoce Ue? “Vive nella realtà o nel mondo dei sogni?”. Poi già che c’è butta la palla in tribuna: “C’è il problema della concorrenza per tutti, non può essere solo per i balneari o per i tassisti. Pensiamo ai giganti della rete, ai potentati che distruggono il commercio, poi parleremo di tutto il resto”.

Secondo Centinaio “le procedure di infrazione da parte dell’Ue nei confronti dell’Italia in questo momento sono 83, e non ce n’è nessuna per i balneari” (falso). E “Mattarella non ha detto no al provvedimento ma ha semplicemente detto state attenti”. E “la legge 145 del 18”, quella che ha determinato l’apertura di una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, “serviva non tanto per dare 15 anni ai balneari, e permettere loro di vivere e sopravvivere per altri 15 anni, ma di creare un percorso di regole. Il Consiglio di Stato ha smantellato questa legge, pensando che serva molto meno tempo ma la base di partenza deve essere quella: dire come stanno le cose”. Il massimo organo della giustizia amministrativa come è noto ha sancito che dal gennaio 2024 qualsiasi proroga sarà inapplicabile, disinnescando in maniera preventiva interventi come quello inserito nel Milleproroghe.

Intanto il governo ha fatto scadere il termine – 27 febbraio – fissato dalla legge 2022 sulla concorrenza per la pubblicazione del decreto che stabilisce la procedura per le gare. Anche se i Comuni, secondo il sindaco di Lecce Carlo Salvemini dal cui ricorso è nato il pronunciamento del Consiglio di Stato, “possono procedere facendo riferimento all’art.4 della legge delega o alle norme del codice della Navigazione”. Dal canto suo il portavoce della Commissione ricorda che Bruxelles “ha seguito da vicino gli sviluppi in Italia del sistema normativo sulle concessioni balneari, oggetto di un procedimento di infrazione pendente avviato a dicembre 2020 e che aveva portato a un primo importante passo con l’adozione della legge sulla concorrenza nel luglio 2022. Come indicato dalle recenti decisioni prese in relazione al Portogallo (parere motivato di gennaio) e alla Spagna in questo settore, la Commissione ritiene che le legislazioni nazionali di tutti gli Stati membri debbano promuovere la modernizzazione del settore. La trasparenza e la concorrenza leale darebbero certezza del diritto e stimolerebbero gli investimenti e l’innovazione sia per i concessionari esistenti, che per i nuovi operatori nel settore chiave del turismo balneare”.

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