Quasi 72 miliardi di minori entrate nelle casse dello Stato per riqualificare 372mila tra condomini e villette: il 3% del patrimonio residenziale italiano. Al lordo dell’importantissimo impatto sulla ripresa economica e delle maggiori entrate fiscali connesse all’aumento del giro d’affari dell‘edilizia e dell’indotto, è questo l’ultimo bilancio del Superbonus tracciato dall’Enea con i dati aggiornati al 31 gennaio. L’impatto sull’efficienza energetica delle case – per ottenere la detrazione occorreva migliorare di almeno due classi la prestazione dell’edificio – è stato di conseguenza piuttosto limitato: i numeri in questo caso sono meno aggiornati ma, stando al rapporto annuale 2022 dell’ente di ricerca, i risparmi conseguiti al 30 settembre 2022 ammontavano a 9.410 GWh annui (a fronte di un consumo nazionale di oltre 300mila GWh annui di energia elettrica). A contribuire agli obiettivi imposti dalla direttiva Ue in materia ci ha pensato però la cedibilità dei crediti, ora bloccata dal governo Meloni, che ha dato forte impulso anche ai “vecchi” ecobonus e bonus casa.

Spesa media di 594mila euro per i condomini – Le tabelle Enea mostrano che ad ottenere l’asseverazione, cioè il via libera tecnico che consente di accedere al bonus, sono stati solo 51.247 condomini e 215.105 “edifici unifamiliari” (le villette), oltre a 105.945 “unità funzionalmente indipendenti” (per esempio una casa in una villetta bifamiliare). Dunque 372mila case a fronte dei 12,2 milioni di edifici residenziali censiti dall’Istat: il 3% appunto. La spesa media per singolo intervento ammonta a ben 594.891 euro per i condomini e 113.845 euro per le abitazioni unifamiliari. Cifre che, senza cedibilità del credito, pochissimi italiani sarebbero stati in grado di portare in detrazione in pochi anni. E così si arriva a 65,2 miliardi di investimenti ammessi a detrazione, che considerata la maggiorazione del 10% rispetto al prezzo dei lavori equivalgono a 71,7 miliardi di detrazioni previste.

In testa Veneto e Lombardia – Quali regioni hanno beneficiato maggiormente della misura introdotta con il decreto Rilancio del 2020? In testa c’è la Lombardia con 58.366 asseverazioni e 11,39 miliardi di investimenti da cui scaturiscono detrazioni. Segue il Veneto con 46.447 e 6,37 miliardi di investimenti. Il Lazio e la Sardegna spiccano per un altissimo valore medio degli interventi sui condomini: rispettivamente 773mila e 784mila euro (per i soli 720 palazzi che ne hanno goduto sull’isola). In Campania sono invece più alti che nel resto d’Italia i costi per riqualificare le villette: oltre 123mila euro medi. In generale la generosità del bonus non stimolava il beneficiario a trattare con l’impresa sul prezzo, anche se fin dal 2020 è stato previsto che il costo delle opere non potesse superare il massimo previsto dai prezziari regionali.

L’impatto sul risparmio energetico – Tornando all’impatto sull’efficientamento delle case, nel primo anno di piena applicazione (il 2021) il Superbonus ha prodotto risparmi pari a 0,196 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (MTep) su un consumo annuo del settore residenziale poco superiore a 30 milioni tonnellate. Ma va considerato che l’anno dopo le asseverazioni sarebbero triplicate, moltiplicando l’effetto. L’ecobonus dal 50 all’85%, spinto a sua volta dalla cedibilità dei crediti ora stoppata dal governo Meloni, ha invece registrato oltre 1 milione di interventi (in testa la sostituzione delle caldaie) per un risparmio di 0,22 Mtep. Segue il bonus casa per le ristrutturazioni, utilizzato da 880mila famiglie con un risparmio di 0,075 Mtep. In apparenza non è molto ma, nel complesso, le detrazioni fiscali hanno portato nel 2021 quasi metà dei risparmi obbligatori in base alla direttiva europea sull’efficienza energetica. L’obiettivo da rispettare è stato mancato ma si è raggiunto un risparmio di “1,13 Mtep/anno rispetto agli attesi 1,26”, annota Enea. “Ciò è dovuto prevalentemente alla performance delle misure di detrazione fiscale, che oltrepassano il valore obiettivo dei nuovi risparmi per il 2021 di circa 0,19 Mtep/anno”. Poco, ma più del previsto.

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