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“L’uomo ucciso nel bosco è morto per un colpo di fucile”: così l’autopsia apre nuovi scenari nell’inchiesta che vede indagato un carabiniere

Secondo quanto accertato dall’autopsia svolta mercoledì mattina, ha spiegato la Procura, il proiettile di gomma che ha raggiunto Rachid Nachat, ritrovato cadavere venerdì pomeriggio a Castelveccana, nel Varesotto, ha causato "lacerazioni polmonari e shock emorragico secondario"
“L’uomo ucciso nel bosco è morto per un colpo di fucile”: così l’autopsia apre nuovi scenari nell’inchiesta che vede indagato un carabiniere
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Rachid Nachat, il 34enne marocchino trovato cadavere in un canalone a Castelveccana, nel Varesotto, poche ore dopo un blitz antidroga dei carabinieri, è stato ucciso con un colpo di fucile e non di pistola. La conferma è arrivata al termine dell’autopsia disposta dalla procura di Varese, che coordina l’inchiesta sulla morte dell’uomo per la quale è attualmente indagato un militare dell’Arma che venerdì pomeriggio era impegnato nell’operazione.

Secondo quanto accertato dall’autopsia svolta mercoledì mattina, ha spiegato la Procura, il proiettile di gomma ha raggiunto Nachat al fianco destro e ha causato “lacerazioni polmonari e shock emorragico secondario”. L’utilizzo di un’arma diversa da quella di ordinanza del carabiniere apre quindi nuove scenari riguardo alle responsabilità che la pm Giulia Floris è chiamata a ricostruire.

Il sottoufficiale dei carabinieri ha ammesso di aver sparato venerdì pomeriggio, alcune ore prima del ritrovamento del corpo, perché convinto di trovarsi di fronte a spacciatori armati. Sulla strada che sovrasta il dirupo sono stati trovati due bossoli e sono in corso accertamenti tecnici della Scientifica, ha detto il procuratore di Varese Massimo Politi, non solo per chiarire l’accaduto ma anche “per reperire eventuali armi occultate o disperse e quindi valutare altre ipotesi ricostruttive”. Gli accertamenti balistici e le indagini sull’operato del sottufficiale sono in mano alla Polizia.

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