I candidati del centrodestra in Lombardia e Lazio ottengono un “non classificato”. Per Attilio Fontana pochi e “confusi” riferimenti alla lotta alle mafie nel programma, mentre in quello di Francesco Rocca addirittura le parole “mafia”, “mafie” e “criminalità organizzata” non compaiono mai. Nel complesso, comunque, si registra un miglioramento rispetto alle scorse elezioni politiche: “Buona parte dei programmi elettorali alle regionali nel Lazio e in Lombardia prevede proposte specifiche su questo tema”. Eccellenti i risultati di Pierfrancesco Majorino in Lombardia e Alessio D’Amato e Donatella Bianchi nel Lazio. Sufficiente il giudizio su Letizia Moratti. Sono questi i principali risultati del dossier “La mafia normalizzata” pubblicato dall’associazione Wikimafia, che ha analizzato dichiarazioni, programmi e comportamenti dei candidati alle elezioni regionali (qui il link per consultarlo).

“La nuova retorica”Rispetto al dossier pubblicato per le elezioni di settembre, “i partiti e i candidati sono molto più attenti su queste tematiche. I risultati del centrodestra, invece, sono in linea con quelli della precedente analisi”, spiega il direttore di Wikimafia Pierpaolo Farina. “Il nostro obiettivo è solo uno: fare in modo che in campagna elettorale (e soprattutto dopo) si parli di questi temi. Bisogna entrare nell’ottica che i mafiosi lo sono 24 ore su 24 e noi non possiamo permetterci il lusso, con tutti i miliardi che stanno arrivando con il Pnrr e le Olimpiadi in Lombardia, di essere antimafiosi solo per gli anniversari delle stragi. Il problema della mafia è trasversale, non è solo una questione criminale, ma è una questione economica, politica, sociale e culturale e questo la classe politica se lo deve mettere in testa”. Per Wikimafia la politica deve iniziare ad “ascoltare i silenzi” perché proprio da lì “si sviluppano le relazioni sociali delle organizzazioni mafiose che poi rafforzano la loro presa nella società, nell’economia e nella politica”, sottolinea Farina, che mette in guardia dalla “nuova retorica”, quella che parte dall’assunto che “la mafia esiste ma non è più pericolosa”.

La campagna “Parlate di mafia” – Così, il 21 dicembre scorso, Wikimafia ha lanciato una nuova edizione della campagna “Parlate di mafia”, rivolta ai candidati consiglieri e presidenti in Lombardia e Lazio, con l’obiettivo principale di rendere il tema della criminalità organizzata un argomento di campagna elettorale. Successivamente, come già fatto alle scorse politiche, l’associazione ha analizzato, nelle 25 pagine dei nuovi “Antimafia Papers”, quanto il fenomeno della lotta alla criminalità organizzata sia stato affrontato in campagna elettorale e nei programmi dei candidati, assegnando un punteggio da 0 a 110.

LOMBARDIA

Attilio Fontana: Non classificato – Il presidente uscente di Regione Lombardia, ricandidato dal centrodestra, non ha mai aderito o risposto formalmente alla call to action di Wikimafia nonostante in un’intervista con il direttore del fattoquotidiano.it, Peter Gomez, avesse detto di non essere a conoscenze “dell’esistenza di questa richiesta” aggiungendo: “È chiaro che una cosa di questo genere è talmente ovvia che è assurdo il non sottoscriverla”. Nel suo programma, riporta l’associazione, “il tema della lotta alla mafia è praticamente assente”. Pochi riferimenti “confusi con la sicurezza stradale e quella ferroviaria su Trenord”. Si parla di “sviluppo di progetti di valorizzazione dei beni confiscati” e di “realizzazione di campagne di informazione contro l’usura” ma con poche proposte specifiche. Si fa riferimento anche al “protocollo sulla sicurezza sul lavoro e la legalità con azioni specifiche sia in investimenti di risorse economiche e umane sia sulla trasparenza degli appalti pubblici”, un protocollo, ricorda Wikimafia, “criticato da più parti perché del tutto insufficiente a prevenire le infiltrazioni nei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026”. Infine, durante la campagna elettorale, Fontana ha usato la parola “mafia” un’unica volta, solo per commentare l’arresto di Matteo Messina Denaro. In più, nella sezione “trasparenza” del suo sito, non si trova traccia della lista dei finanziatori con cifre superiori a 500 euro. Per tutte queste ragioni il candidato del centrodestra totalizza 13 punti su 110, ottenendo il giudizio complessivo di “Non classificato”.

Pierfrancesco Majorino: Eccellente – Il candidato del centrosinistra e del Movimento 5 stelle, a differenza di Fontana, “ha dedicato ampio spazio al tema, già a partire dal discorso di apertura della sua campagna elettorale”, e nel suo programma, che Wikimafia definisce “ottimo”. Al suo interno, si legge nell’analisi, “sono toccate tutte le principali tematiche di competenza regionale sul tema mafia e corruzione. Particolare importanza viene data alla trasparenza, alla gestione dei beni confiscati, al riciclaggio, al racket e all’usura, al gioco d’azzardo patologico, al caporalato, al consumo di suolo, al ciclo dei rifiuti”. Majorino in più è attualmente “l’unico candidato presidente in Lombardia ad aver pubblicato nella sezione “Trasparenza” del suo sito la lista dei suoi finanziatori con cifre superiori ai 500 euro, mantenendo quindi l’impegno contenuto nella call to action” di Wikimafia. Grazie a tutto ciò, totalizza 102 punti su 110, guadagnandosi come giudizio finale un “Eccellente”.

Letizia Moratti: Sufficiente – L’ex sindaca di Milano e candidata di Azione e Italia viva, come Fontana, non ha risposto all’invito a confrontarsi su questi temi con gli altri candidati, né ha aderito alla call to action. “Nonostante un buon programma, pesa su Letizia Moratti il suo quasi totale disinteresse a questi temi fino alla candidatura alla presidenza di Regione Lombardia. Con una responsabilità politica grave in relazione al suo atteggiamento quando era sindaco di Milano”, si legge nel report, che punta l’attenzione sul “passato quasi negazionista di Moratti” quando “gli episodi criminosi, le dichiarazioni pubbliche di magistrati in convegni e manifestazioni e gli atti giudiziari” venivano “sistematicamente minimizzati, se non addirittura negati” dalla classe dirigente politica e imprenditoriale. Per quanto riguarda il programma, le proposte sui temi della lotta alla mafia e alla corruzione “sono contenuti in un capitolo ben visibile, intitolato “Sicurezza e legalità”. Al di là di alcune perplessità, il programma è comunque ben presentato e abbastanza completo”, scrive Wikimafia. Il campagna elettorale il tema è stato affrontato pubblicamente il 22 dicembre 2022 in una conferenza stampa ad hoc. Non risultano però eventi dedicati, se non un tavolo di lavoro a porte chiuse il 22 gennaio 2023 con qualche rappresentante di associazioni antimafia. Per quanto riguarda la trasparenza, invece, sul suo sito non c’è una una sezione dedicata e non compare la lista dei finanziatori con cifre superiori a 500 euro. Il punteggio complessivo è 60 su 110, quindi “Sufficiente”.

Mara Ghidorzi: Buono – La candidata di Unione Popolare ha aderito come Majorino alla call to action “Parlate di mafia”. “Il tema della lotta alle mafie è affrontato a pagina 6 del programma, in un punto dedicato. Quindi è ben visibile rispetto alle altre tematiche di competenza regionale”. Il programma, “rispetto a quello di Majorino e Fontana, è molto più sintetico e lascia scoperti alcuni temi (ad esempio quello dell’educazione alla legalità)”, sottolinea Wikimafia. Per quanto riguarda la campagna elettorale il 7 febbraio è stato organizzato un evento dedicato a Milano con Luigi De Magistris sul tema della lotta alle mafie. Complessivamente Ghidorzi totalizza 70 punti su 110, con un giudizio finale “Buono”.

LAZIO

Francesco Rocca: Non classificato – L’ex capo della Croce rossa, in corsa per la presidenza della Regione Lazio con il sostegno di tutto il centrodestra, si guadagna il giudizio peggiore di questa tornata. L’analisi di Wikimafia sottolinea che nel suo programma non c’è nemmeno una riga dedicata al tema della lotta alla mafia e le parole “mafia”, “mafie” e “criminalità organizzata” non vengono mai usate. “Non vi è alcun impegno, ad esempio, a rinnovare il Comitato sicurezza e legalità” che ha prodotto “i pregevoli rapporti “Mafie nel Lazio, utile strumento di studio e anche per noi studiosi della materia”, si legge nel report. Il tema è assente anche nella campagna elettorale e sul sito del candidato non c’è una sezione “Trasparenza”. Così non riesce ad ottenere nessun punto (0 su 110) e il giudizio finale è “Non classificato”.

Alessio D’Amato: Eccellente – Nel programma elettorale dell’assessore alla sanità uscente, candidato del Partito democratico col supporto di Azione e Italia viva, “il tema della lotta alla mafia è affrontato nel primo capitolo, con un paragrafo dedicato (“La regione del Buongoverno: Lotta alla criminalità, alle mafie, all’illegalità”)”. Tra le proposte si parla anche di “un potenziamento dell’attività del Comitato sicurezza e legalità, l’implementazione di protocolli antimafia per tutelare i 17 miliardi del Pnrr destinati alla Regione, l’adozione di un testo unico contro le mafie”. Il tema è stato anche “abbondantemente coperto durante la campagna elettorale dal candidato”, sia con l’adesione alla call to action “sia con grafiche ad hoc, rivendicando ad esempio la costituzione di parte civile della Regione contro i Gallace ad Anzio e Nettuno (Comuni recentemente sciolti per mafia)”. D’Amato ha anche già pubblicato sul suo sito i contributi elettorali sopra i 500 euro ricevuti finora. Totalizza così 101 punti su 110, ottenendo un giudizio “Eccellente”.

Donatella Bianchi: Eccellente – Nel programma elettorale della conduttrice televisiva candidata del Movimento 5 stelle, il tema è affrontato nel capitolo 10. Le proposte sono precedute da un ampio paragrafo introduttivo in cui si riepiloga la situazione delle mafie nel Lazio e “vanno dal rafforzamento del ruolo dell’Osservatorio regionale, a politiche di contrasto ad agromafie e idromafie”. Il tema della lotta alle cosche ha trovato molto spazio anche nella sua campagna elettorale: oltre ad avere aderito a “Parlate di mafia”, Donatella Bianchi ha anche partecipato a eventi elettorali dedicati, “come quello del 5 febbraio ad Anzio, Comune sciolto a dicembre per mafia”. Nella sezione “Trasparenza” del suo sito sono pubblicati i contributi elettorali sopra i 500 euro. Anche per lei il punteggio assegnato da Wikimafia è di 101 su 110, con il giudizio di “Eccellente”.

Sonia Pecorilli: Non classificato – Candidata del Partito comunista, a differenza di Rocca ha aderito alla call to action “Parlate di mafia”. “Non vi è un chiaro link che conduca al programma sulle pagine Facebook segnalate”, scrive Wikimafia, così come non sono stati pubblicati i riepiloghi di eventuali finanziamenti superiori a 500 euro (o la dichiarazione di campagna auto-finanziata con propri fondi). Pertanto in base ai criteri dell’analisi non è stato possibile dare un punteggio alla candidata.

Rosa Rinaldi: Non classificato – Anche la candidata di Unione popolare ha aderito a Parlate di mafia. Anche in questo caso nessun link diretto al programma: Wikimafia ha analizzato quello della Federazione del Lazio, pubblicato sul sito nazionale di Unione Popolare. “Non vi è alcun riferimento alla lotta alla mafia; c’è qualcosa relativamente al “malaffare” nel paragrafo “Ambiente e beni comuni”, ma del tutto insufficiente per poter procedere a un’analisi”, si legge nel report. Per questa ragione, anche Rinaldi ottiene un “Non classificato”.

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