Il programma del centrodestra che si prepara a governare il Paese? “Largamente deficitario sulla lotta alla mafia“, visto che “tre partiti su quattro della coalizione non hanno presentato proposte specifiche al riguardo”. E quando lo fanno, come nel caso della Lega, si riferiscono soprattutto alla cosiddetta mafia nigeriana, oppure propongono riforme che rischiano di essere addirittura “deleterie“. E lo schieramento opposto? Il centrosinistra nel suo complesso ha “ottime proposte” sulla lotta alla mafia. Purtroppo, però, il leader del partito principale Enrico Letta non ne sta inspiegabilmente parlando. Ma d’altra parte la lotta a Cosa nostra, alla ‘ndrangheta e alla camorra è un argomento che è stato completamente cancellato dalla campagna elettorale. E’ questo il risultato del dossier pubblicato dall’associazione Wikimafia: s’intitola La mafia ignorata (si può consultare qui) ed è un’analisi sulla condotta dei partiti durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre 2022.

Gli Antimafia papers – Dopo aver lanciato la call to action Parlate di mafia, che invita i candidati a occuparsi del fenomeno della lotta alla criminalità organizzata in campagna elettorale (ha superato quota cento adesioni tra i vari partiti), l’associazione diretta da Pierpaolo Farina ha infatti elaborato una valutazione della condotta dei vari partiti su questo fronte. Un documento di 35 pagine che fa il punto sulla spazio dedicato alla lotta alla mafia nei vari programmi, sulle proposte per colpire la dimensione sovranazionale delle mafie, su quelle mirate alla tutela e al potenziamento della legislazione antimafia vigente, sulle candidature di “esperti antimafia” e sull’attenzione dei leader durante la campagna elettorale, ma anche prima. A ognuno di questi parametri l’associazione ha assegnato un punteggio: il voto ponderato, poi, si traduce nella valutazione che Wikimafia dà alla condotta antimafia dei vari partiti. Il risultato? “Nella stragrande maggioranza dei casi la mafia è ignorata, tanto che, ad eccezione della Lega, che ottiene un 3, da Fratelli d’Italia fino ad Azione-Italia Viva non abbiamo potuto far altro che dare un ‘non classificato‘, scrive Farina in quello che ha ribattezzato “Antimafia papers” . “Gli unici partiti promossi – continua il direttore di Wikimafia – sono Unione Popolare (voto: 9), Movimento 5 Stelle (voto: 8/9), Verdi-Sinistra (voto: 8,5) e Partito Democratico (voto: 6,5)”.

“Fdi, la parola mafia solo una volta nel programma” – Giorgia Meloni ha più volte ripetuto che la figura di Paolo Borsellino fa parte del pantheon di Fratelli d’Italia. Eppure, secondo la valutazione di Wikimafia, Fdi “non dedica praticamente spazio ai temi della lotta alla mafia, né fa proposte precise che possano rendere più incisiva l’azione di contrasto dello Stato o la diffusione di consapevolezza e conoscenza sui territori”. A livello di punteggio, l’associazione spiega di aver valutato Fdi con un 3, “che diviso per 10 (il numero dei parametri analizzati ndr) dà un voto totale inferiore a 1, quindi non classificato“. Una valutazione impietosa argomentata a partire dalle 40 pagine del programma di Fdi, in cui la parola “mafia compare una volta sola e non ha nemmeno un capitolo a sé dedicato”, si legge nell’analisi di Wikimafia. “Il tema – prosegue il dossier – viene affrontato al punto 21, intitolato Fermare l’immigrazione illegale e restituire sicurezza ai cittadini. Si legge nel secondo paragrafo: Lotta senza tregua a tutte le mafie, al terrorismo e alla corruzione. Se si esamina il punto successivo del programma, Una giustizia giusta e celere per cittadini e imprese, non si trovano indizi utili a capire in che modo si vuole preservare la legislazione antimafia dagli attacchi degli ultimi anni (nonostante il partito di Giorgia Meloni abbia preso posizioni coraggiose e in controtendenza, ad esempio sull’ergastolo ostativo per i boss mafiosi)”. Anzi nel programma di Fdi si propone “l’innalzamento del limite all’uso del denaro contante (a pagina 8)” sottovalutando “il rischio riciclaggio legato proprio all’eccessiva circolazione di denaro contante, un dato oramai assodato sia in ricerche accademiche di rilievo, sia dalle istituzioni italiane ed europee incaricate della vigilanza finanziaria”. Non va meglio sui social, con il profilo di Meloni che non ha mai usato i termini “mafia” e “mafie” da quando sono state sciolte le Camere. “L’ultima volta che la presidente di Fratelli d’Italia ha utilizzato la parola ‘mafia’ risulta il 12 luglio, a seguito del danneggiamento di un murale dedicato a Francesca Morvillo, mentre per ritrovare la parola ‘mafie’ bisogna andare indietro al 21 marzo scorso”. E per ricordare il quarantesimo anniversario dell’omicidio di Carlo Alberto dalla Chiesa, la leader di Fdi ha preferito usare la parola “criminalità organizzata”. Il rapporto di Wikimafia segnala poi “con una certa preoccupazione le posizioni espresse a più riprese dall’ex-magistrato Carlo Nordio, candidato con Fratelli d’Italia in Veneto e accreditato come possibile futuro ministro della Giustizia”. A quali posizione si riferisce l’associazione? “Di recente, Nordio ha aperto tra le altre cose all’abolizione delle intercettazioni per investire quei soldi nelle assunzioni di segretari e cancellieri per accelerare il corso dei processi”.

“Nel programma della Lega c’è un capitolo Antimafia ma si parla di mafia nigeriana” – Leggermente migliore la situazione nella Lega. Al partito di Matteo Salvini l’associazione antimafia assegna un punteggio complessivo di 30,” che diviso per 10 dà un voto totale pari a 3″. L’associazione spiega che il Carroccio “ha il merito di avere un capitolo dedicato all’Antimafia nel proprio programma, ma le proposte contenute all’interno sono nel complesso abbastanza generiche e, nei casi analizzati, addirittura deleterie per un’azione incisiva contro la mafia. Il leader Matteo Salvini non pone il tema al centro della sua comunicazione in campagna elettorale”. Nel rapporto si fa notare come nel programma leghista vi è “un’insistenza rispetto alla cosiddetta ‘mafia nigeriana‘, che ritroviamo sia nel paragrafo Tracciabilità dei flussi finanziari, sia in un paragrafo ad hoc, mentre non vengono citate le ben più importanti e pericolose organizzazioni mafiose italiane (‘ndrangheta in primis)”. Le proposte della Lega che l’associazione definisce “deleterie” sono invece quelle sullo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa. Nel programma della Lega, infatti, si legge che “attualmente quando in un Comune la commissione prefettizia accerta che la collusione con una organizzazione criminale sia di un singolo consigliere e/o funzionario pubblico, quasi sempre viene sciolto il Comune. Proponiamo invece che la decadenza riguardi solo la singola persona collusa. Nel caso di funzionario colluso, allontanamento dello stesso e creazione di un fondo ad hoc per i commissari prefettizi volto all’assunzione di personale esterno e quindi certamente non colluso, che vada a sostituire il funzionario corrotto”. In verità, fa notare Wikimafia, il Testo unico degli enti locali richiede la sussistenza di “concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori (…) ovvero su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali”.

Forza Italia, quale l’impegno contro la mafia? – Non classificato è il giudizio che viene assegnato anche a Forza Italia. “Nel suo programma – si legge nel dossier – indica solamente a pagina 10 un generico impegno contro ‘tutte le mafie‘. Non è quindi possibile valutare proposte concrete in merito”. Il rapporto ricorda poi come lo storico braccio destro di Silvio Berlusconi, nonché tra i fondatori del partito, cioè Marcello Dell’Utri, sia stato condannato per concorso esterno a Cosa nostra. E a questo proposito viene ricordato come nella sentenza di condanna in Appello dell’ex senatore (poi confermata in Cassazione) venga ricostruito l’incontro organizzato nel 1974 dallo stesso Dell’Utri tra Berlusconi e alcuni boss di Cosa nostra come Stefano Bontate, Gaetano Cinà, Girolamo Teresi e Francesco Di Carlo. Nella stessa sentenza i giudici scrivono: “L’imprenditore milanese, abbandonando qualsiasi proposito (da cui non è parso mai sfiorato) di farsi proteggere da rimedi istituzionali, è rientrato sotto l’ombrello di protezione mafiosa assumendo Vittorio Mangano ad Arcore e non sottraendosi mai all’obbligo di versare ingenti somme di denaro alla mafia, quale corrispettivo della protezione”. Sempre nel rapporto di Wikimafia si ricorda che di recente la Cassazione ha stabilito che scrivere “la Fininvest ha finanziato Cosa nostra” non è diffamatario. Non classificato è pure il giudizio assegnato al piccolo partito di Noi Moderati, che “non contempla la lotta alla mafia nelle 22 pagine del proprio programma”.

“Bene il programma del Pd, ma Letta non ne parla” – Va meglio nel campo del centrosinistra, con il Pd che totalizza un punteggio complessivo di 65, “che diviso per 10 dà un voto totale pari a 6 e mezzo”. Secondo Wikimafia, infatti, i dem si occupano “in maniera trasversale della lotta alla mafia, indicandola in più punti del suo programma di 38 pagine”. Eppure nonostante “un programma decisamente più articolato e avanzato di quello dei principali avversari, Enrico Letta non pone il tema della lotta alla mafia come prioritario nella sua agenda politica, né rivendica le proposte del suo partito in tema di lotta alla mafia”. E in definitiva la scelta del segretario “di non comunicare affatto agli elettori cosa pensa il Pd sulla lotta alla mafia penalizza fortemente il partito”. E dire che di spunti il segretario ne avrebbe: dal Nazareno hanno elaborato una serie di “proposte puntuali, che richiamano anche l’importanza di una strategia europea e internazionale per contrastare riciclaggio e traffici criminali”. A livello interno invece si individuano una serie di obiettivi che devono essere “condivisi per tutte le amministrazioni dello Stato” e si pone l’accento “sulla necessità di vigilare sui fondi del Pnrr, anche se non è spiegato in che modo si vuole potenziare tale vigilanza”. Come la Lega, poi, anche il Pd “propone una riforma della legge sullo scioglimento dei Comuni per mafia, ma non ne specifica i contenuti, se non facendo riferimento a ‘specifiche azioni di prevenzione, per eliminare le cause delle infiltrazioni”. Nel programma dei dem si citano la libertà di stampa e la volontà di approvare una legge contro le querele temerarie e s’inserisce tra le riforme antimafia anche “la legalizzazione dell’autoproduzione di cannabis per uso personale e l’effettiva disponibilità della cannabis terapeutica per i pazienti che ne hanno bisogno”. Va peggio sui candidati: i dem hanno ricandidato Sandro Ruotolo, storico giornalista anticamorra, e proposto per la prima volta Enza Rando, ex-vicepresidente di Libera. “Tuttavia – fa notare Wikimafia – risulta grave la mancata ricandidatura di Pietro Grasso, sia dal punto di vista politico che simbolico”. Soprattutto se paragonata alla ricandidatura di Pier Ferdinando Casini: nel dossier si ricorda come nel 2008 Casini garantì in diretta televisiva che si sarebbe assunto la responsabilità politica della candidatura di Totò Cuffaro, in caso di condanna. Come è noto Cuffaro fu poi condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Bocciato anche l’utilizzo dei social di Letta: “Dal 2013 ad oggi sono appena undici i tweet del segretario del Pd che utilizzano la parola ‘mafia’, la quasi totalità pubblicati in occasione di anniversari di vittime. Il segretario del Pd non ha commemorato nemmeno l’anniversario dell’assassino di Angelo Vassallo, l’ex-sindaco dem di Pollica ucciso dalla camorra nel 2010. Wikimafia nota come Letta non abbia commentato “i gravi attacchi di una parte dei candidati del suo partito in Calabria contro il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri” e non è intervenuto neanche “sull’affossamento della riforma dell’ergastolo ostativo, la cui mancata approvazione rischia di far uscire dal carcere decine di boss mai pentiti responsabili delle Stragi del ’92 e del ’93”.

Bene Verdi/Sinistra, male +Europa e Di Maio – Anche il cartello elettorale Verdi/Sinistra ha riservato parecchio spazio alla lotta alla mafia nel proprio programma, che contiene proposte sulla semplificazione dell’iter per il riutilizzo sociale dei beni confiscati. “Particolare attenzione – si legge nel dossier- è data alla criminalità ambientale, in cui le organizzazioni mafiose svolgono un ruolo spesso gregario a imprenditori legali”. Ci sono anche spunti a livello europeo con la proposta di creazione “di una legislazione europea in materia di contrasto ai traffici illeciti di rifiuti, intensificare una cooperazione internazionale tra forze di polizia ed organi giudiziari, favorire lo scambio di informazioni e dati utili ad intercettare le nuove rotte dei traffici illeciti”. In definitiva secondo Wikimafia l’alleanza Verdi/Sinistra “ha un buon programma su questi temi, che risulta complementare a quello del Partito Democratico per una maggiore attenzione al tema della criminalità ambientale, con conseguente tutela dell’ambiente e del paesaggio dal solito triangolo mafia-politica-imprenditoria”. Il punteggio assegnato dall’associazione è 85, “che diviso per 10 dà un voto totale pari a 8 e mezzo“. Non è classificato invece +Europa, le cui proposte sulla giustizia “sono nel solco tracciato dalle riforme Cartabia, e nella stragrande maggioranza dei casi coincidono con quelle del centrodestra”. Nessun riferimento alla lotta alla mafia anche nelle 35 pagine del programma di Impegno civico di Luigi Di Maio. “Il Centrosinistra nel suo complesso, anche considerati i rapporti di forza nella coalizione, ha ottime proposte sulla lotta alla mafia”. Purtroppo, però, “le buone proposte quindi vengono penalizzate soprattutto dal fatto di non usarle come motivo di vanto rispetto ai principali avversari, gravemente deficitari sul tema”.

Bocciati Renzi e Calenda, promosso De Magistris – Non raggiunge un punteggio per piazzarsi in classifica neanche l’alleanza Azione – Italia Viva, “una lista gravemente insufficiente sui temi della lotta alla mafia”. Nel programma di Matteo Renzi e Carlo Calenda si dedica un passaggio del paragrafo “Sicurezza” alle mafie per proporre una modifica dello scioglimento dei Comuni infiltrati”. Che tipo di modifica? Il quarto polo non entra nel dettaglio mentre nelle “proposte sulla Giustizia, il programma ricalca quello del Centrodestra, come già nel caso di +Europa”. Tutto l’opposto il giudizio su Unione popolare, la lista guidata da Luigi De Magistris che nell’analisi di Wikimafia merita un 9 visto che “dedica alla lotta alla mafia un intero capitolo” del suo programma. In quel capitolo trova spazio “il contrasto a racket e usura, al rapporto tra mafia, politica e massoneria, nonché la legalizzazione della cannabis e il potenziamento dell’agenzia dei beni confiscati. Non vi sono riferimenti alla dimensione europea e sovranazionale delle organizzazioni mafiose, ma complessivamente i principali temi vengono toccati”. Sul fronte delle candidature, oltre a De Magistris – ex magistrato antimafia e primo leader ad aderire alla campagna Parlate di mafia – vi è anche Piera Aiello, deputata uscente ex-M5S, testimone di giustizia e cognata di Rita Atria. Importante, per la valutazione del dossier “lo sforzo continuo di far passare queste tematiche all’elettorato e nell’opinione pubblica da parte del suo leader”. Resta da vedere se Unione popolare riuscirà a superare la soglia di sbarramento.

L’analisi del programma del M5s – Sarà sicuramente in Parlamento, invece, il Movimento 5 stelle, che ai temi della lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata e alle narcomafie dedica un intero paragrafo del suo programma di 13 pagine. “All’interno – si legge nel dossier – troviamo sia riferimenti alla tutela del 41bis e alla riforma dell’ergastolo ostativo, sia il superamento della riforma Cartabia, duramente criticata dai magistrati impegnati nella lotta alla mafia. Vi è anche un riferimento alla necessità di tutelare ambiente e un paesaggio dalla criminalità ambientale (con l’uso dei termini “agromafie” ed “ecomafie”), nonché la legalizzazione della cannabis. Come nel caso del Partito Democratico, non vi sono proposte relative alla gestione dei beni confiscati. Mancano inoltre proposte che vadano a colpire la dimensione europea e sovranazionale delle mafie”. I 5 stelle vengono promossi sul fronte delle candidature visto che hanno inserito in posizione eleggibile l’ex procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, l’ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e Dario Vassallo, fratello di Angelo, sindaco di Pollica ucciso dalla camorra. Promossa anche la comunicazione di Conte che ha posto “il tema della lotta alla mafia al centro della sua comunicazione durante la campagna elettorale. Significativo è che sia stato l’unico leader tra i partiti principali dati sopra al 10% a commentare le motivazioni dell’appello della Trattativa Stato-Mafia”. L’ex premier lo ha fatto con una lettera al Fatto Quotidiano. In definitiva, dunque, secondo l’associazione “il programma del Movimento 5 Stelle è un buon programma sulla lotta alla mafia, con un leader attento che ne parla”. Per questo motivo Wikimafia assegna al M5s un punteggio complessivo di 87, che “diviso per 10 dà un voto totale dall’8 al 9 (8/9)“. Nel dossier si fa notare come i 5 stelle siano il partito con il maggior numero di esponenti che hanno aderito alla call di Wikimafia, tra questi però non c’è il leader Conte: “Speriamo voglia comunque aderire alla nostra call”, scrive Farina.

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