Una campagna pubblicitaria massiccia con la scritta ‘Oltre’. Gli sbandieratori che danno spettacolo in piazza Duomo a Milano, il consueto profluvio di dichiarazioni politiche e l’inevitabile ‘cabina di regia’ tra governo, enti pubblici e organizzazioni: mancano tre anni alle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Avete capito? Nulla scalfisce un ottimismo di facciata che ha del ridicolo. Eppure anche solo una rapida ricerca online consegna il seguente panorama di titoli: ‘è allarme sul desolante stato dei siti olimpici’; ‘evitare almeno la figuraccia’; ‘alla fine la colpa dei ritardi sarà fatta ricadere sugli ambientalisti’ e via elencando.

Ci sono questioni spinose ancora aperte, dalla pista da bob (Luca Zaia insiste per rifare quella di Cortina al modico costo di 85 milioni di euro – più di tutto quello che la Regione Veneto spende per la cultura) all’impianto di pattinaggio (un insolito asse Fontana-Sala vorrebbe farlo assegnare a Milano dopo la rinuncia di Baselga di Piné). Ma non voglio di nuovo entrare nel merito di questi progetti e nemmeno dei ritardi sulle infrastrutture, tanto sappiamo come finiscono in Italia le vicende di questo tipo in cui sembrano essere tutti complici i decisori politici di destra, di sinistra e pure di centro: le procedure verranno ‘snellite’ ad hoc, dopo frettolose revisioni al rialzo dei costi e magari pure la richiesta di fare un po’ finta di niente alla magistratura, come successe per Expo.

Già. Fermiamoci un attimo solo sul tema dei costi complessivi, dato che alimenta qualche dubbio in più la quantità d’inutile denaro pubblico speso soltanto per cominciare la festa dei ‘meno 3 anni’ all’evento. Secondo dati ufficiali citati dal quotidiano economico Il Sole 24 ore e ripresi da Il Post, i conti Milano-Cortina 2026 dovrebbero essere presto detti. Al netto dei 900 e rotti milioni di euro che mette sul piatto direttamente il Comitato Olimpico, alle voci attive il bilancio ufficiale registra – sulla carta – 550 milioni di proventi da sponsorizzazioni (al momento poco più del 10% di questa cifra – cioè 60 milioni di euro – risultano effettivamente contrattualizzati); altri 200 milioni – ovviamente per adesso solo eventuali – dovrebbero arrivare dalle biglietterie delle varie gare. Altri 50 dei cosiddetti ‘eventi collaterali’ e un altro gruzzolo di 50 milioni per la vendita dei gadget ufficiali.

Alla fine fa circa 1 miliardo e 800 milioni la somma degli incassi. Tutta teorica perché – appunto – non vi sono certezze su più di metà. Ma le spese preventivate ufficialmente sono di 2,1 miliardi e non si sente altro che ripetere da mesi che si tratta di costi ‘inevitabilmente sottostimati’ fatti in epoca pre-guerra in Ucraina e pre-inflazione. Peraltro stando alla prima controinchiesta seriafirmata da un ambientalista storico e competente come Luigi Casanova (il libro Ombre sulla neve ed. Altreconomia) – nel 2022 il preventivo reale aveva già ampiamente sforato i tre miliardi.

Vale la pena di perdere tutti questi soldi pubblici – e per giunta distruggere ancora l’ambiente – solo per promuovere un altro po’ due aree già ricche e turisticamente fin troppo sviluppate? A ben vedere lo slogan ‘Oltre’ della prima campagna pubblicitaria per Milano-Cortina 2026 è davvero azzeccato: riflette perfettamente il tradimento plateale della sostenibilità – ecologica ed economica – che hanno sempre ostentato di voler rispettare gli organizzatori; dal Comune di Milano alla regione Veneto.

Una tale sfrontatezza – come spiega bene il libro di Casanova – si è fondata anche sul finto coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni sulle opere che si andranno a realizzare: laddove sono stati invitati a esprimersi, gli abitanti delle zone coinvolte nel progetto olimpico invernale sono stati riuniti in date assurde o con preavvisi ridotti, dopo aver reso loro disponibile solo parte dei materiali del progetto, oppure – addirittura – sommergendoli di una mole tale di carte tecniche da rendere impossibile una lettura critica. Alla fine gli organizzatori sono riusciti persino a evitare la procedura di Valutazione ambientale strategica, che la legge prevede per progetti di questa portata, nonostante la richiesta di quasi tutte le associazioni ambientaliste. Del resto il ritornello dell’inno ufficiale cantato da Arisa recita: ’Non ti voltare, non ti fermare, fino all’alba’. Già a tre anni dalle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 sarebbe davvero esplosivo voltarsi indietro un attimo e fermarsi a riflettere.

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