Cento contestazioni e più che aprono una squarcio su nove anni di investimenti e successi di uno dei club più ricchi d’Europa e candidato numero uno a vincere la Champions League. Un deferimento violentissimo – sono 113 le presunte violazioni – che abbraccia sponsorizzazioni, contratti dei calciatori e degli allenatori. Insomma, la gestione del Manchester City nel suo complesso almeno dal 2009 al 2018. Una mossa pesantissima che la Premier League ha deciso di compiere, scegliendo con ogni probabilità una data non casuale. La sveglia sui conti dei Citizens è arrivata infatti alla vigilia della presentazione del “libro bianco” sul calcio inglese davanti al Parlamento, primo atto di un’ampia riforma del movimento che il governo sembra avere tutta l’intenzione di portare a termine. E anche in tempi brevi. Esautorando di molti suoi poteri la lega più potente e ricca al mondo, compreso quello disciplinare. Il deferimento del Manchester City, detto in maniera molto chiara, appare come una mossa tattica della Premier League per dimostrare che esercita il controllo, la vigilanza e la sua azione punitiva quando non si rispetto le regole.

Forse fuori tempo massimo, visto quanto – stando alle anticipazioni dei media britannici – il governo è pronto a mettere in campo. Tra le altre cose, infatti, la riforma statuaria prevede l’istituzione di un’authority indipendente e il passaggio di alcuni poteri sotto il sostanziale controllo del governo riducendo il raggio di responsabilità e influenza delle autorità calcistiche, comprese la Football Association e la Premier League, il corrispondente inglese di Figc e Lega Serie A. Tra le attività che finirebbero fuori dai radar di FA e Premier c’è anche il monitoraggio delle compravendite e i controlli sui proprietari. I nuovi regolamenti, secondo quanto filtrato finora sui quotidiani britannici, potrebbero entrare in vigore già nella stagione 2024/25 e andrebbero a incidere anche sul sistema di redistribuzione alle leghe minori delle risorse generate dalla Premier League.

I rumors indicano tra le novità suggerite nel “libro bianco” anche un “monitoraggio finanziario in tempo reale” per rendere efficace ed efficiente i regolamenti sul Fair play finanziario chiarendo passo dopo passo qual è lo stato di salute delle finanze di ogni club. Una maniera per tenere sempre sotto controllo costi, liquidità e riserve finanziarie assicurando la sostenibilità anche in caso di flessione dei profitti e, soprattutto, per permettere alla nuova authority di intervenire ai primi segnali negativi evitando di agire a posteriori, sia con correttivi che sotto il profilo punitivo. Un’azione, quest’ultima, che secondo diversi osservatori la Premier League potrebbe aver esercitato in maniera blanda perché non ricopre una posizione terza rispetto allo sviluppo del business inevitabilmente intaccato dalla presenza dei club più competitivi sotto il profilo finanziario. Allo stesso tempo, si parla di una proposta concreta legata anche alle compravendite con due diligence serrate per bloccare l’ingresso nel sistema calcistico inglese di ricchezze di dubbia provenienza.