Una donna vittima delle “falsità” raccontate da Antonio Panzeri agli inquirenti belgi e delusa dal compagno e padre di sua figlia, Francesco Giorgi. È questo il ritratto che l’avvocato di Eva Kaili fa della sua assistita in un’intervista all’Ansa, a quasi due mesi dall’inizio dello scandalo mazzette in Ue che vede l’ex vicepresidente del Parlamento europeo indagata e incarcerata, insieme all’ex europarlamentare italiano di Articolo 1 e l’assistente, dopo la recente scarcerazione del quarto soggetto direttamente coinvolto nelle indagini, il segretario generale della ong No Peace Without Justice, Niccolò Figà-Talamanca. A parlare, però, è anche un altro avvocato, proprio quello di Panzeri, secondo cui l’arresto di altri due rappresentanti a Bruxelles, Andrea Cozzolino (Pd) e il belga Marc Tarabella, è un rischio “significativo”.

Il legale di Eva Kaili parla dell’europarlamentare greca come di una vittima di un sistema corruttivo del quale non ha mai fatto parte e che l’ha attirata a sé a causa dei sacchi di soldi trovati nella sua abitazione e in un trolley affidato al padre, ma dei quali lei sostiene di non conoscere la provenienza. “Non ne sapeva nulla”, dice l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos, perché “mai corrotta e totalmente innocente“, contro ogni accusa “falsa” degli investigatori e di Antonio Panzeri.

Nonostante le valutazioni del legale, dal 9 dicembre per la 44enne eurodeputata ellenica, accusata come gli altri di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro ricevuto da Qatar e Marocco, non si sono mai riaperte le porte del carcere. “Nell’attimo in cui si è resa conto di quei soldi tossici, dentro di lei ha provato un’enorme delusione nei confronti del compagno, sono stati momenti tragici”, sostiene il legale aggiungendo che Kaili sarebbe stata sottoposta dal team del procuratore belga Michael Claise a sedici ore di tortura in stile “medievale”. Una denuncia “rafforzata dalla mancanza di risposte da parte delle autorità belghe che, se Eva avesse mentito, avrebbero potuto mostrare pubblicamente le riprese della camera di sorveglianza della cella” di polizia dove era stata portata. Ad aumentare le sofferenze della donna, insiste il suo avvocato, è anche la mancanza della figlia: “Non vuole un trattamento speciale – dice -, ma soltanto vedere la bambina” al momento affidata alle cure del nonno.

Chi, invece, rischia un coinvolgimento ancora più pesante rispetto a quello registrato fino ad oggi sono Cozzolino e Tarabella, dopo la revoca dell’immunità della quale godevano come parlamentari. Almeno secondo l’avvocato di colui che è considerato il grande macchinatore di tutto il sistema, Antonio Panzeri, che da settimane si è però pentito e continua a parlare con gli inquirenti: “Il rischio di arresto” per loro, ha detto Laurent Kennes, “è significativo”: “Presumo che saranno convocati presto. E il rischio di arresto è significativo, ma questo è del tutto indipendente dalla difesa del mio cliente e non cambia la sua situazione”.

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