Manca tantissimo A – Rivista anarchica e manca tanto anche il suo storico direttore, Paolo Finzi, morto il 20 luglio 2020 dopo essersi fatto investire da un treno presso la stazione di Forlì. Non aveva retto al peso di una depressione che lo affliggeva da anni. “Maestro di anarchia, di etica, di dialogo e di confronto”, come lo descrive la redazione della sua rivista, è stato un anarchico “umanista”, che avrebbe preso le distanze dalle azioni di questi “anarchici” o pseudo tali (molto individualisti e poco o per niente socialisti), ma nello stesso tempo avrebbe sicuramente espresso la sua solidarietà umana per Alfredo Cospito, anarchico condannato al 41 bis.

L’anarchico Cospito e i suoi compagni di lotta non hanno capito che le loro azioni solitarie e personali a sfondo terroristico producono solo un effetto contrario da parte dello Stato: anziché abbattere il potere (come sognano tutti gli anarchici), lo rafforzano. In questo modo dimostrano un’ingenuità e un infantilismo di fondo, che sono tipici di tutti i movimenti eversivi, di qualunque colore politico essi siano (di destra e di sinistra). La storia stessa lo dimostra ampiamente: quando tali movimenti (Brigate Rosse incluse) hanno provato a combattere lo Stato con la violenza, lo Stato ha reagito duramente, inasprendo il suo apparato repressivo.

Tutto un altro discorso, invece, è la battaglia personale di Cospito contro il 41 bis, il carcere duro applicato a mafiosi e criminali, ai quali Cospito è stato equiparato. Una battaglia che, al di là delle legittime opinioni personali, merita comunque rispetto e solidarietà umana, perché condotta a costo della vita stessa. Eppure, come al solito, certa stampa e i principali tg nazionali gridano all’allarme, al pericolo, al terrorismo anarchico, ma fanno solo una gran confusione, dimostrando di sapere poco o nulla sull’argomento. Mettono tutto nello stesso calderone.

Per esempio, dimostrano di ignorare la differenza tra la Federazione Anarchica Informale (di cui farebbe parte Alfredo Cospito e i cui militanti sono per lo più degli individualisti, cosiddetti “anarco-insurrezionalisti”) e la Federazione Anarchica Italiana, nata a Carrara nel 1945, che affonda le sue radici nel comunismo e nel socialismo libertario e si ispira al gradualismo rivoluzionario di Errico Malatesta: un pensiero nonviolento, basato sull’autogestione “dal basso”, sull’antimilitarismo e sul mutualismo, sul sindacalismo di base e autogestionario. Una visione del mondo, dunque, che respinge l’intimidazione fisica, l’azione punitiva, l’attentato e la violenza come metodo di lotta e sogna una trasformazione della società attraverso conquiste sociali graduali, rifiutando l’idea presente in alcuni anarchici (soprattutto gli anarco-insurrezionalisti) del “tutto e subito”.

Non si può fare, quindi, di tutta l’erba un fascio, altrimenti dovremmo pensare, solo per fare un esempio, che il grande Fabrizio De André, noto simpatizzante del pensiero anarchico e libertario nonché amico personale di Paolo Finzi, affezionato lettore e abbonato della sua rivista, sia stato un pericoloso sovversivo. Nulla di più falso, ovviamente.

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