Non si fermano le proteste dei movimenti antigovernativi in Perù per chiedere le dimissioni della presidente Dina Boluarte, che ha preso in mano le redini del Paese dopo l’estromissione del suo predecessore Pedro Castillo. I disordini principali si registrano nel sud del Paese, in particolare a Juliaca, nella regione di Puno. Qui, secondo quanto rendere noto il Difensore del popolo, il bilancio è di 17 morti e circa 30 feriti negli scontri tra polizia e manifestanti.

Le vittime hanno ferite da arma da fuoco, ha detto un funzionario dell’ospedale Carlos Monge di Juliaca. Gli scontri sono scoppiati quando i manifestanti hanno tentato di invadere l’aeroporto della città, situata circa 1.300 km a sud di Lima. Aeroporto che era già stato oggetto di un tentativo di assalto sabato scorso. In Perù è in corso uno sciopero a oltranza organizzato, soprattutto nel sud del Paese, dai movimenti antigovernativi che hanno costituito decine di blocchi stradali sulle principali vie di comunicazione, fra cui su un tratto meridionale della strategica autostrada Panamericana.

Tutto inizia i primi di dicembre, quando il presidente della Repubblica, Pedro Castillo, è stato destituito e arrestato dalle autorità del Paese per presunta sedizione, turbativa dell’ordine pubblico ed eccesso di potere. Aveva tentato di sciogliere il Parlamento nazionale – controllato dall’opposizione – poche ore prima di una seduta con all’ordine del giorno il suo impeachment per “incapacità morale permanente”, chiesto in seguito ad accuse di corruzione. In un discorso rivolto alla nazione, il capo dello Stato aveva annunciato di voler convocare elezioni legislative da tenere entro nove mesi, e di voler governare “per decreto” nel periodo di transizione. Il Congresso non si è però adeguato all’ordine e ha votato e approvato la destituzione del capo dello Stato con 101 voti a favore sei contrari e dieci astensioni. A seguito del voto d’impeachment il Parlamento ha convocato la vicepresidente della Repubblica, Dina Boluarte, per l’ufficializzazione della successione. Da quel giorno in tutto il Paese si registrano violenti scontri tra la polizia e i sostenitori di Castillo che non riconoscono la nuova leader del Paese Boluarte.

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