“La Fgi è stata informata di una petizione che sta circolando on line in queste ore. Nel pieno rispetto della libertà di espressione e delle sensibilità di ciascuno, la Federazione si dissocia da un’iniziativa della quale non era a conoscenza e, nel prendere le distanze da chi, pur rivestendo un ruolo di responsabilità regionale all’interno della Sezione di Ritmica, l’ha promossa motu proprio, confida nel lavoro della magistratura sportiva ed ordinaria”. Con queste poche parole la Federazione ginnastica italiana prende le distanze dalla raccolta firme di alcune allenatrici lanciata su change.org e firmata da Livia Ghetti, direttrice tecnica regionale in Emilia Romagna e anche giudice internazionale. Una petizione che è un vero e proprio aperto sostegno a Emanuela Maccarani, la direttrice tecnica della Nazionale azzurra delle Farfalle, finita sul registro degli indagati della Procura di Monza per i presunti abusi e maltrattamenti nell’Accademia di Desio e per gli stessi motivi deferita dalla procura sportiva della Federginnastica insieme alla sua assistente Olga Tishina. A chiedere una presa di posizione netta e definitiva alla Fgi erano stati i genitori delle atlete ai quali l’iniziativa di alcune allenatrici non è andata proprio giù.

La petizione che è stata accolta “con grande amarezza” dai genitori delle atlete che hanno subito scritto una lettera al presidente della Federazione Ginnastica d’Italia, Gherardo Tecchi. A lui Paola Caioli, coordinatrice del gruppo dei genitori della Ginnastica, e Daniela Simonetti, presidente di Change The Game, hanno chiesto di “dissociarsi pubblicamente da tale iniziativa che tutto è tranne che una difesa della ginnastica ma la difesa di una sola persona e di metodi e comportamenti scorretti su cui più di una procura sta indagando”. Emanuela Maccarani e la sua assistente sono accusate dalla procura federale di “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici“. Change The Game, l’organizzazione di volontariato impegnata a proteggere atlete e atleti, ha raccolto ben 200 denunce arrivate da tutta Italia. Chiara Niccolini, ex atleta, fisioterapista e oggi allenatrice di ginnastica ritmica, ha raccontato la sua storia a ilfattoquotidiano.it.

Nella petizione le denunce vengono semplicemente definite come quelle “procedure legali in corso” che stanno procurando “sconforto e apprensione” alle “Farfalle della Nazionale italiana, alla nostra DTN e responsabile della squadra prof.ssa Emanuela Maccarani e a tutti i componenti dello Staff azzurro”. Per questa ragione Change The Game e i genitori delle atlete hanno puntato il dito proprio contro la promotrice Livia Ghetti che “a caldo rilasciò interviste molto aggressive e offensive contro Anna Basta” (una delle prime ginnaste a rompere il silenzio). E viene citata anche una di queste dichiarazioni quando Ghetti affermava di pensare che “chi ha scritto quelle cose l’abbia fatto perché non è riuscito a raggiungere i propri obiettivi. Per esempio, Anna Basta, che lavorò un anno con noi a Ferrara e non ha fatto le Olimpiadi, o magari chi non è arrivata in prima squadra”, diceva. “In tanti, purtroppo, genitori e atleti, ritengono, sicuramente erroneamente, che la petizione sia stata ispirata dalla Federazione che lei presiede”, scrivono i genitori al presidente della Federazione. Da lì la richiesta a Tecchi “di dissociarsi pubblicamente da tale iniziativa”.

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