Con il nuovo anno la Croazia ha adottato ufficialmente l’euro ed è entrata nell’area di libera circolazione Schengen, due importanti passi per il Paese balcanico dopo l’adesione all’Ue quasi dieci anni fa. A mezzanotte la la Croazia ha detto addio alla sua valuta, la kuna, ed è diventata il 20esimo membro della zona euro. È diventata anche la ventisettesima nazione della zona Schengen, che consente di circolare senza passaporto tra Stati membri. Saranno quindi aboliti tutti i controlli ai confini terrestri con la Slovenia e l’Ungheria, e quelli marittimi con l’Italia, mentre per il traffico aereo si dovrà aspettare fino al 26 marzo, quando scatterà l’orario di volo estivo. In totale saranno soppressi 73 valichi di confine terrestri e 12 nei porti marittimi.

Per il Paese balcanico si tratta del completamento del lungo cammino verso le istituzioni euro-atlantiche, iniziato nel 2000 con l’arrivo al potere a Zagabria delle forze europeiste e democratiche, dopo gli anni Novanta segnati dalla sanguinosa guerra per l’indipendenza. La Croazia ha poi aderito nel 2009 alla Nato e dal primo luglio 2013 è membro dell’Unione europea. Con l’adozione dell’euro e l’ingresso nell’area Schengen si concludono le ultime due tappe della piena integrazione nell’Europa unita.

La zona della libera circolazione delle persone ha visto il suo ultimo allargamento nel 2008, quando vi aderì la Svizzera. L’assenza di controlli porterà notevoli risparmi e faciliterà il commercio, fatto particolarmente importante per il forte settore turistico croato che ne trarrà vantaggio dato che la maggior parte dei turisti proviene dai Paesi Schengen. Ad avvertire vantaggi immediati saranno anche gli esportatori di cibo fresco, specie del pesce, dalla costa dalmata e istriana verso l’Italia. Allo stesso tempo, verranno rafforzati i controlli ai confini esterni dell’Ue, quelli con la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e il Montenegro, in totale quasi 1.350 chilometri, dove già nei giorni scorsi sono state registrate lunghissime code per l’ingresso in Croazia. Si tratta del confine esterno più lungo di tutti i Paesi dell’Ue.

Anche l’euro porta vantaggi per il turismo, traino dell’economia della Croazia, che contribuisce con quasi il 20% al Pil nazionale. L’ingresso nell’eurozona con un’alta inflazione, al 13,5% a novembre, desta preoccupazione, ma gli esperti indicano che avrà invece un effetto benefico sui prestiti e i mutui. I tassi di interesse cresceranno, ma sicuramente meno di quanto sarebbero cresciuti se il Paese fosse rimasto fuori dall’euro. L’adattamento alla moneta unica è iniziato a settembre con l’obbligo di esposizione di tutti i prezzi in entrambe le valute, regola che resterà in vigore per tutto il 2023. Per i pagamenti in contanti il periodo di transizione durerà fino al 14 gennaio 2023 quando sarà possibile pagare sia in kune che in euro. Il tasso di conversione è stato fissato a 7,53450 kune croate per 1 euro.

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