Anche quest’anno in Italia sono morte sul lavoro più di mille persone. Da gennaio a novembre 2022, secondo i dati dell’Inail, sono state 1006 le vittime. Questo nonostante un calo del 9,9% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Se non bastasse il numero a quattro cifre delle morti bianche, è anche il dato assoluto delle denunce di infortunio presentate nel corso dell’anno a testimoniare la mole del problema: 652.002, +29,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, a cui vanno aggiunte le 55.732 nuove patologie di origine professionale segnalate, +9,7%.

Senz’altro in questo quasi +30% di denunce pesa, spiega l’Inail, il numero di segnalazioni di contagio da Covid19 avvenuto nell’ambiente lavorativo. Ma è necessario sottolineare anche la crescita degli infortunitradizionali“, sia in occasione di lavoro che in itinere. Allo stesso tempo, anche il calo della percentuale di vittime bianche può essere spiegato analizzando l’andamento della pandemia: pesano molto meno rispetto al 2021, infatti, le morti causate dal coronavirus. Ciò vuol dire che la conta degli incidenti mortali continua a essere drammatica, al di là di quel -9,9%. In ogni caso è lo stesso Istituto a specificare che la cifra dei decessi in questi 11 mesi è provvisoria e potrebbe anche aumentare: “Sarà necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2022, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Bisogna tener presenti eventuali ritardi nelle denunce di infortunio, in particolare di quelle con esito mortale”.

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un +28,5% nella gestione industria e servizi (dai 421.644 casi del 2021 ai 541.669 del 2022), un -2,8% in agricoltura (da 25.038 a 24.341) e un +54,2% nel conto stato (da 55.776 a 85.992). Si osservano incrementi generalizzati degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare sanità e assistenza sociale (+125,5%), trasporto e magazzinaggio (+94,7%), amministrazione pubblica, che comprende le attività degli organismi preposti alla sanità, Asl e amministratori regionali, provinciali e comunali (+63,2%), e attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+59,6%).

L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce di infortunio in tutte le aree : più consistente nel Sud (+41,8%), seguito da Isole (+37,7%), Nord-Ovest (+36,1%), Centro (+33,0%) e Nord-Est (+16,1%). Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano principalmente la Campania (+77,4%), la Liguria (+55,6%) e il Lazio (+51,6%). L’aumento che emerge dal confronto di periodo tra il 2021 e il 2022 è legato sia alla componente femminile, che registra un +49,6% (da 179.522 a 268.565 denunce), sia a quella maschile, che presenta un +18,7% (da 322.936 a 383.437). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+31,5%), sia quelli extracomunitari (+23,0%) e comunitari (+18,6%). Quasi la metà degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nei primi 11 mesi del 2022 riguardano la fascia d’età tra i 40 e i 59 anni.

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