Santa messa di Natale al posto della lezione di grammatica e matematica. È accaduto nei giorni scorsi all’istituto Rita Levi Montalcini di Bagnolo Cremasco, cinquemila abitanti in provincia di Cremona. Capitanati dalla dirigente Cristina Rabbaglio, consacrata nell’Ordo Virginum, gli alunni delle scuole di ogni grado, dall’infanzia alla secondaria di primo grado e molte insegnanti, hanno partecipato alla celebrazione organizzata durante l’attività didattica. Anziché andare in classe gli studenti, alle nove del mattino, sono corsi in chiesa dove hanno trovato ad accoglierli il vescovo della diocesi di Crema, monsignor Daniele Gianotti che ha concelebrato con il vicario della parrocchia don Piergiorgio Fiori. Un’iniziativa che, nonostante qualche voce dissenziente, da anni viene fatta in questo istituto, anche con la preside precedente. Una messa partecipata tanto che le prime due letture sono state proclamate da due docenti mentre le preghiere della comunità sono state fatte dai bambini.

Chi non ha voluto partecipare (tra questi molti migranti) è rimato a scuola a fare attività alternative oppure è entrato in aula più tardi. A spiegare il tutto a ilFattoQuotidiano.it è la stessa dirigente, orgogliosa della proposta messa in campo: “La messa di Natale viene fatta com’è tradizione in questo istituto. Quando sono arrivata a dirigere questa scuola già si faceva: ho dato continuità alla tradizione. Ogni genitore è stato informato ed era libero di dare o meno il proprio consenso e di far partecipare o no, il figlio”. Rabbaglio ha organizzato anche le attività a scuola per chi non ha voluto mettere piede in chiesa: “Gli studenti che non sono venuti alla celebrazione sono stati raggruppati per classi omogenee. Noi chiaramente non abbiamo chiesto alcuna motivazione rispetto alla scelta dei genitori”. Una decisione – a detta della preside – approvata (non in maniera specifica) ma tra le iniziative extrascolastiche dal Consiglio d’istituto.

Un caso, quello di Bagnolo Cremasco che riapre il tema sollevato più volte dall’Uaar, Unione atei agnostici razionalisti, sulle messe e le benedizioni durante le lezioni: il decreto legislativo 297/1994 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione), infatti, all’articolo 311 vieta espressamente, nelle classi nelle quali sono presenti alunni che abbiano dichiarato di non avvalersi di insegnamenti religiosi, di svolgere pratiche religiose in occasione dell’insegnamento di altre materie o secondo orari che abbiano comunque effetti discriminanti. “Mi auguro – sottolinea la dirigente – che sia stata vissuta da tutti come un’occasione per convivere nel solco delle tradizioni. Non c’è stata alcuna imposizione ma è stata una proposta vissuta con serenità. In ogni caso se qualcuno la pensa diversamente credo che il pluralismo sia comunque utile e vada rispettato”. Non manca, tuttavia, chi nell’anonimato tra gli insegnanti, ci ha fatto sapere di essere contrario a questa “tradizione” dell’istituto.

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