Un lungo applauso all’arrivo del feretro, un altro se possibile ancora più lungo quando la salma di Sinisa Mihajlovic è uscita dalla Chiesa Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a piazza della Repubblica, a Roma. In migliaia di persone hanno partecipato ai funerali dell’ex calciatore e allenatore serbo, morto di leucemia venerdì scorso a 53 anni. “Non è scappato davanti alla malattia, ha dato forza mostrando la fragilità dolce di un guerriero. La fragilità è una porta, non un muro”, ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, nell’omelia funebre per l’ultimo saluto a Mihajlovic.

Ciao Sinisa, uno di noi”, si legge in uno dei cartelli davanti alla Chiesa. “Sinisa nel cuore” è lo striscione che si legge davanti alla basilica. Un’ora prima della cerimonia funebre oltre duemila persone erano già presenti intorno alla piazza tra lacrime e commozione. “Togliamo le pietre dal nostro cuore per vivere in pace con noi e gli altri”, ha detto il cardinale Zuppi in apertura della funzione funebre in corso a Roma. “Ci stringiamo intorno a loro e a chi è legato a lui. Sinisa voleva diventare vecchio con tanti nipoti, è stato uno capace di dare un’occasione a chi non l’aveva mai avuta e vorrei che oggi sentiate l’affetto della madre chiesa. Proprio perché è una madre non si arrenderà mai al dolore dei suoi figli. È un saluto doloroso che ci lascia increduli”, ha aggiunto il cardinale.

A fare per primi ingresso in chiesa i giocatori e la dirigenza del Bologna, compreso il tecnico Thiago Motta. A seguire il pullman della Lazio. In chiesa è entrato anche l’aquila simbolo del club. Molti i tifosi con la sciarpa biancoceleste. Presenti il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, Maurizio Sarri, il ct Roberto Mancini, Vincenzo Montella e Renzo Ulivieri. Subito dopo è stata la volta dell’ex compagno di squadra alla Roma Francesco Totti, arrivato in compagnia di Bruno Conti e Morgan De Sanctis, seguiti dal presidente della Lazio e senatore Claudio Lotito.

Tante le personalità del mondo sportivo e non presenti dal ministro per lo sport Andrea Abodi, al sindaco di Roma Roberto Gualtieri e al numero uno della Figc Gabriele Gravina. Non sono mancati neanche Gigio Donnarumma e Daniele De Rossi, oltre a Salsano Lombardo, Marchegiani, Stankovic, Jugovic, Iachini, Fiore, Corradi, Sereni, Orsi, Juric, Branca, Peruzzi, Di Livio, Bruno Conti, Gianni Morandi, Luca Cordero di Montezemolo e tanti altri.

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