Avenue Louise è un viale elegante nel centro di Bruxelles. Non lontano dalla zona delle istituzioni europee e dal centro storico della città, è pieno di boutique di lusso e di hotel a cinque stelle. Come lo Steigenberger Wiltcher’s, che sta in un palazzo bianco a cinque piani, ha 267 camere ed è famoso perché ha il parcheggio sempre affollato da auto di lusso: ci sono le Rolls Royce, ma pure le Jaguar e ogni tanto le Ferrari.

Il 9 ottobre del 2022, poco dopo l’ora di pranzo, davanti all’albergo arriva un piccolo corteo composto da due ammiraglie nere: sono due Mercedes coi vetri oscurati. Si fermano nello spiazzo dell’hotel e fanno scendere un gruppo di tre persone, sono guidate da Ali Bin Samikh al Marri, il ministro del lavoro del Qatar: la suite al quarto piano è prenotata a nome suo. Mancano 40 giorni all’inizio dei Mondiali nel Paese del Golfo e poco più di un mese a una delicata audizione del ministro davanti alla sottocomissione per i Diritti Umani del Parlamento europeo. L’alto dignitario del governo di Doha avrebbe dovuto rispondere a domande relative a una questione delicatissima: il rispetto dei diritti umani in Qatar nel contesto dei Mondiali di calcio.

La stampa di tutto il mondo ha raccontato per anni le condizioni di semi schiavitù dei lavoratori usati per costruire gli stadi che hanno visto il trionfo dell’Argentina di Lionel Messi. A meno di una settimana dal fischio d’inizio del Mondiale, però, il ministro ha un problema: deve parlare davanti agli eurodeputati che si occupano di diritti umani. È per questo che Samikh al Marri si reca a Bruxelles con un mese d’anticipo: per prepararsi a quella delicatissima audizione. E per farlo si affida a due consulenti: Pier Antonio Panzeri e Francesco Giorgi. Che infatti compaiono allo Steinberger Wiltchers il giorno dopo l’arrivo della delegazione qatariota. È il 10 di ottobre, poco prima delle 18: nella hall dell’hotel arrivano l’ex eurodeputato del Pd e il suo fidato ex assistente parlamentare.

Il primo ha una valigia, una specie di 24 ore molto sottile. Il secondo, invece, spinge un passeggino: dentro si vede che c’è un bambino, probabilmente è la figlia di Giorgi e della sua compagna Eva Kaili, l’ex vicepresidente dell’Europarlamento. La coppia è attualmente agli arresti, come pure Panzeri. Sono i personaggi fondamentali finiti al centro dell’inchiesta della procura federale di Bruxelles. Panzeri e Giorgi, soprattutto, sono accusati di aver preso denaro dal Marocco e dal Qatar per influenzare le decisioni dell’Europarlamento. Contestazioni alle quali gli investigatori sono arrivati dopo un’indagine accurata: intercettazioni, pedinamenti e pure le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza dell’hotel Steinberger Wiltchers.

Quei video mostrano quello che, per gli inquirenti, si rivelerà un incontro fondamentale. Esaminando le immagini, infatti, si capisce che alcuni esponenti della delegazione del Qatar conoscono già i due italiani. Una persona in particolare “dimostra una certa confidenza con Giorgi”. I minuti successivi raccontano il via vai tra le stanze del quarto piano e gli investigatori ne fanno una cronaca minuziosa. Il gruppo nella hall, a un certo punto, è raggiunto da un membro della delegazione del Qatar in pantaloni bianchi. I quattro salgono in ascensore. Sono le 18 e le telecamere inquadrano il piano dove alloggiano i qatarioti: nel corridoio spunta un altro uomo che faceva parte della delegazione di Doha mentre spinge una sorta di grosso trolley. Mezz’ora dopo, intorno alle 18 e 30, Giorgi esce dalla stanza spingendo il passeggino. Poi ricompare nella hall, dove saluta una persona da lontano. È una persona che gli investigatori definiscono “familiare” a Giorgi, perché “la indica con il dito da lontano alla bambina”. Di chi si tratta? Di sicuro c’è che, trascorsi pochi minuti, Giorgi torna al quarto piano e questa volta è solo. Quasi un’ora dopo, i due italiani e l’uomo con i pantaloni bianchi lasciano la suite. Gli investigatori osservano che la borsa di Panzeri “sembra più spessa che al suo arrivo”, come si vede dalla foto che allegano per fare il confronto. Davanti all’ascensore, l’uomo che nelle immagini precedenti si era visto con una valigia abbraccia Giorgi prima di ritornare dentro la suite. I tre si congedano.

Ma cosa è successo durante quell’ora e mezza in hotel? Che sono si sono detti Panzeri, Giorgi e la delegazione del Qatar? E gli italiani hanno incontrato direttamente il ministro del Lavoro di Doha? Sì, lo hanno fatto. A confermarlo agli inquirenti sarà lo stesso Giorgi, la prima volta che viene interrogato dopo l’arresto. “Ci siamo incontrati con Panzeri, l’Algerino e il ministro del Lavoro che era in visita ufficiale”, dice. L’assistente parlamentare, fin dall’inizio, sembra disposto a collaborare e ammette tutto il suo coinvolgimento nell’affare. Dice di avere una sola preoccupazione: che sia liberata la moglie, l’ex vicepresidente Kaili, perché possa tornare a casa dalla figlia. Giorgi, insomma, comincia a parlare. E tra le altre cose rivela anche chi è il cosiddetto “algerino”, cioè l’uomo che nel mandato di arresto spiccato dagli inquirenti belgi viene indicato come un personaggio misterioso al servizio del ministro del Lavoro del Qatar: si tratta di Bettahar Boudjellal, esperto di diritti umani del Qatar e uomo del governo di Doha. Perché questa persone s’incontrano nell’hotel di Bruxelles? “Vista la tensione internazionale che c’era stata con la coppa del Mondo e le riforme fatte dal Qatar, Panzeri le ha incontrate per spiegare come dovevano posizionarsi. Ha suggerito loro di fare degli incontri e organizzare una audizione al Parlamento europeo per il 14 novembre”. Lo scopo del faccia a faccia era “preparare il ministro a questa audizione”.

In che senso preparare? “Intendo spiegare i punti di vista europei e consigliarli il modo di reagire”. La riunione del 10 ottobre serviva a preparare la seduta del 14 novembre della sottocommissione per i Diritti dell’uomo del Parlamento europeo. E non è stata la sola: Giorgi parla di almeno altri due colloqui che sarebbero stati a casa di Panzeri e alla presenza dello stesso ministro del Lavoro qatariota. Lui era sempre lì, sostiene l’ex assistente parlamentare, per “fare la traduzione”: nonostante i 18 anni trascorsi a Bruxelles, infatti, Panzeri non parla inglese.

Articolo Precedente

Treviso, finisce fuori strada per colpa di un’auto pirata: si salva ma viene travolto da un altro veicolo

next
Articolo Successivo

Etna, colata di lava dalla nuova bocca a 2800 metri: le immagini a un passo dalla frattura

next