Sono passati dieci giorni dallo scandalo che ha travolto il Parlamento Ue per le presunte mazzette inviate da Qatar e Marocco a europarlamentari di ieri e di oggi, assistenti e altri soggetti capaci di influenzare le decisioni comunitarie. Bruxelles è corsa ai ripari sospendendo qualsiasi discussione in Plenaria riguardante l’emirato del Golfo e impedendo l’accesso dei suoi rappresentanti all’Eurocamera. Adesso, per la prima volta se si esclude uno stringato comunicato diffuso negli Stati Uniti con cui negava ogni responsabilità, Doha risponde mettendo in guardia le istituzioni comunitarie “sull’impatto negativo” che la decisione può avere sui rapporti tra Qatar e Ue. Soprattutto perché Doha è “un importante fornitore di gas”.

La decisione di imporre “una restrizione così discriminatoria” prima che l’inchiesta sia conclusa “avrà un effetto negativo sulla cooperazione regionale e globale e sui colloqui in corso su energia, povertà e sicurezza”, hanno precisato i funzionari del Regno. Una minaccia poco velata quella dell’emirato che ben conosce l’esigenza dei Paesi europei di poter contare sul Paese dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina. Non potendo più contare sui flussi del 2021 provenienti dalla Federazione, i 27 membri dell’Ue hanno avviato da mesi strategie di approvvigionamento differenziato e il Qatar è uno degli Stati più rilevanti da questo punto di vista. Inoltre, l’emirato è anche un grande importatore di armamenti da diversi Paesi europei: un business per il settore della Difesa da miliardi di euro.

Nel suo comunicato Doha ammonisce in particolare le autorità belghe e insiste sulla “inaccuratezza” delle informazioni utilizzate. “Respingiamo fermamente le accuse che associano il nostro governo a cattiva condotta“, si afferma in una dichiarazione di un diplomatico qatarino. “Il Qatar non è stata l’unica parte nominata nelle indagini, eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato. Abbiamo osservato con grande allarme la condanna selettiva del nostro Paese di questa settimana”, afferma la nota.

“È profondamente deludente che il governo belga non abbia fatto alcuno sforzo per impegnarsi con il nostro governo al fine di stabilire i fatti una volta venuti a conoscenza delle accuse”. Fatti che però, secondo le ricostruzioni emerse dalle indagini della procura federale belga, mostrano il coinvolgimento di uomini vicini alla monarchia degli al-Thani e la loro vicinanza ai personaggi al centro dell’inchiesta. La dichiarazione del Qatar, infine, ha evidenziato inoltre il rapporto “stretto” tenuto fin qui con il Belgio: “Le nostre nazioni hanno collaborato durante la pandemia di Covid-19 e il Qatar è un importante fornitore di Gnl per il Belgio”.

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