“Dieci anni di Fdi sono una scommessa vinta. Quando abbiamo fondato Fdi nessuno avrebbe potuto immaginare quello che stiamo vivendo oggi, molti scommettevano che Fdi non sarebbe riuscita a sopravvivere e forse anche noi delle volte siamo stati consapevoli di quanto fosse difficile”. Giorgia Meloni chiude la festa del decennale di Fratelli d’Italia a Roma. E’ la prima festa del suo partito da quando ricopre il ruolo di presidente del Consiglio: “Arriviamo al governo nel momento più difficile della storia repubblicana. Per noi di facile non c’è stato mai niente”, commenta. “Politicamente – aggiunge Meloni – farò tutto quello che devo fare, non guardo al consenso, ai sondaggi ma alla curva del Pil, dell’occupazione, della ricchezza, di quanti figli si fanno. Quando fra cento anni morirò vorrò essere sicura di aver fatto quello che dovevo per migliorare questa nazione. Questo mi basta”. “Abbiamo stravolto i pronostici sulla tenuta di Fdi”, aggiunge la presidente del consiglio che confida di fare “lo stesso sulla durata del governo”.

Manovra e critiche – L’evento di Fdi diventa così l’occasione per commentare la manovra. “Sono molto soddisfatta, soprattutto alle condizioni date – dice Giorgia Meloni -. Qualcuno avrebbe rimandato le scelte politiche al prossimo anno. Invece noi abbiamo presentato misure politiche”. E replica a chi ha criticato i contenuti della manovra. A partire da Confindustria: “Mi si dice che devo fare di più? Mi si dica anche dove prendere le risorse. Quando queste realtà legittimamente fanno le loro osservazioni – continua Meloni – sono legittimi portatori di interessi, poi non hanno come noi la responsabilità di far quadrare il cerchio”. Vengono definite “bizzarre”, invece, le “posizioni di alcuni sindacati“: “La Cgil dice che è una manovra contro i poveri, poi quando viene al confronto con il governo difende il Pos e dice che è discutibile la scelta di indicizzare di più le pensioni minime piuttosto che quelle alte, è una cosa che da un sindacato di sinistra non mi aspetterei”. C’è spazio anche per parlare di reddito di cittadinanza: “Intervenire su reddito – ha detto dal palco di Roma – non è un modo di odiare i poveri, come dice la sinistra, ma si fa questa scelta perché non si vogliono sfruttare i poveri per fare campagna elettorale”.

Immigrazione e rapporti con Francia – Sull’immigrazione, invece, per Giorgia Meloni “l’Italia ha smesso di accettare supinamente qualcosa di inaccettabile e ha alzato la testa: il risultato è che si parlerà del problema”. “Italia e Francia – aggiunge – difendono gli interessi nazionali consapevoli che poi si deve trovare una soluzione”. “Non sono andata al vertice Alicante perché c’era Macron? Mica siamo alle elementari?” taglia corto.

Gli alleati – Tornando al governo Giorgia Meloni definisce “ottimi” i rapporti con gli alleati: “Ringrazio Salvini e Berlusconi, gli alleati mi stanno rendendo il lavoro molto facile”. Tutto questo mentre poco prima la platea di Fdi aveva fischiato Silvio Berlusconi. I militanti riuniti in Piazza del Popolo per il decennale del partito hanno iniziato a rumoreggiare verso la fine della proiezione del video-saluto del leader azzurro. “Vogliamo Giorgia…”, ha urlato qualche militante, spazientito dai tempi lunghi dell’intervento di Berlusconi. Un esecutivo che per la presidente del Consiglio rappresenta “il riscatto di tantissima gente per anni considerata figlia di un dio minore” e ringrazia la classe dirigente del suo partito: “Siamo una proposta politica e culturale troppo profonda per essere inserita in un’etichetta. Non siamo diversi da quello che eravamo, siamo diversi da quello che altri volevano raccontare di noi. La verità viene a galla. Dobbiamo essere molto consapevoli della responsabilità che abbiamo”, ha aggiunto.

Regionali Lazio – E infine la leader di Fratelli d’Italia entra nel merito delle prossime elezioni regionali nel Lazio. Sulla scelta del candidato alla presidenza “non sciolgo oggi il nodo, ma chiaramente l’indicazione del candidato alle regionali spetta a Fdi”, sottolinea Meloni. “Tengo molto anche al fatto – ha aggiunto – che ci sia un nome condiviso dagli alleati” per cui “domani farò una rosa di tre nomi agli alleati ed entro lunedì annuncerò il nome”

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