Musica

Dolcenera a FqMagazine: “Io lontana da riflettori? Rifiuto i meccanismi del prodotto musicale e quello che c’è intorno. Non mi piace il gossip”

L'artista pubblica un album (“Anima Mundi”) dopo sette anni, nel frattempo ha lanciato singoli. Un nuovo percorso artistico che si riallaccia ad una ritrovata serenità e nuova consapevolezza artistica

di Andrea Conti

Un diario aperto di cinque anni con una raccolta di emozioni, viaggi, pensieri e riflessioni. Questo è “Anima Mundi” il nuovo album di Dolcenera, trainato dal singolo “Lo-Fi”, che arriva a distanza di sette anni dal precedente “Le stelle non tremano”. Una scelta artistica voluta da parte di Dolcenera che ha voluto seguire il trend della pubblicazione dei singoli di volta in volta, come lo stesso Fedez sta facendo. A FqMagazine l’artista si racconta e spiega come si può lo stesso vivere (bene) lontani dai riflettori.

Hai presentato un brano per Sanremo 2023?
No.

Perché?
Il mio progetto era in uscita, avevo un disco già pronto.

Che canzone avresti presentato?
“Calliope (pace alla luce del sole)”, inno alla pace e un messaggio attuale, davvero importante.

È vero che prima di vincere a Sanremo Giovani 2003 con “Siamo tutti là fuori”, volevi ritirarti?
(Ride, ndr) Verissimo. Ho chiamato il mio fidanzato ‘guarda non ce la faccio, torno a casa’.

Perché?
Eravamo io e una ragazzina di 12 anni a contenderci il podio (Alina, ndr). I giornalisti erano tutti concentrati sul discorso dell’età e non della musica. Poi è andata come è andata.

Il precedente album, “Le stelle non tremano”, risale addirittura a sette anni fa. Come mai hai aspettato così tanto?
In realtà, dopo una pausa di un anno nel 2017, ho sempre pubblicato due brani all’anno. Non finisco al centro di alcun gossip, non mi si vede sui giornali. Da una parte sento di essere ‘strana’ con un caso a parte musicale e anche come donna percepisco e penso di essere particolare.

Non ti manca la popolarità?
Ho vinto nel 2005 Music Farm su Rai Due. L’ultima puntata fece punte di 13 milioni di telespettatori. Dopo avevo ricevuto una proposta grossa per una campagna di un noto marchio di telefonini. Poi non se ne fece più nulla. Ma era un momento di popolarità totale. I giornali cercavano i miei familiari e i miei amici per intervistarli.

Dopo cosa è accaduto?
Ho deciso di scomparire per tre anni. In quel periodo ho preso consapevolezza di me stessa. Ho fatto pace con il mio essere così: rifiutavo e rifiuto i meccanismi del prodotto musicale e di tutto quello che c’è di contorno. Non mi piace il gossip. Questo è.

La musica nel frattempo si è evoluta salita e caduta dell’indie, poi la trap che si trasforma in pop. Come hai vissuto tutto questo?
Ho odiato e amato molto alcuni dei generi musicali di questi anni. La trap mondiale per il suo modo di comunicare mi ha affascinato tanto da aver inciso un disco (Regina Elisabibbi del 2018, ndr). Poi non ho trovato più nulla di stimolante in quella direzione. L’indie, fenomeno prettamente italiano, non mi ha mai convinta. Mostra un uomo sdolcinato, stilisticamente leggero, non lo trovo cazzuto né con spinta energetica al pari del rock cantautorale.

“Se vuoi ogni tuo ostacolo si trasformerà in voglia di vincere”, canti in “Un altro giorno sulla terra”. Quali sono stati i tuoi ostacoli?
Non sono un tipo da ‘voglia di riscatto’, da gara con il mondo anzi, a volte, lo subisco il mondo. Tutto il mio mondo ruota attorno alla passione, alla passione con cui faccio le cose e alla bellezza con la quale si riesce a comunicare. Il mio è un ringraziamento alla vita, anche nei momenti difficili.

Come hai superato i momenti difficili?
Nella purezza delle intenzioni e non ho altri armi per combattere i momenti più down se non con la scrittura. Non c’è nessuno altro modo. A me basta scrivere e ricevere i sorrisi del mio fidanzato Gigi da 27 anni.

Come si rimane insieme per 27 anni?
Abbiamo vissuto e stiamo vivendo insieme un sacco di vite. Questa non è la prima (ride, ndr). Lui direbbe: io spero sia l’ultima! Vivendo in simbiosi è naturalmente che i momenti down si trasferiscano sul tuo compagno. Quindi è difficile che l’altro ti aiuti con un sorriso. In questo caso Gigi lo fa, sorride e mi supporta.

In “Wannabe” c’è il verso “Sono quel che sono fuori da ogni gioco eppure me la gioco! Alé! Sono un incosciente”. Lo sei stata nella tua carriera?
L’unica risposta che mi sono data in 20 anni di carriera dipende dal mio karma che è riassumibile nel mio essere LIBERA-MENTE.

Come mai hai voluto inserire la voce di Gabriella Ferri e la sua “Sempre” nel tuo brano “Piena di vita”?
Ho sempre amato la rappresentazione della sua anima sul palco, mai spiattellata ma sempre mascherata con eleganza teatrale ed artistica. ‘Sempre’ sembra scritta per me e tirarmi fuori dai momenti buio. Così ho voluto citarla nella mia canzone contro la depressione.

Hai sofferto di depressione?
Direi di no, ma la scrittura mi salva sempre perché dentro di me c’è la scintilla. Vivo di momenti leggeri e gravi perché faccio un mestiere che ha a che fare con l’introspezione. Il mio animo si appesantisce e di più ed è differente rispetto ad un altro mestiere. Ci sono alcuni temi che mi toccano profondamente.

Ad esempio?
Le ingiustizie la guerra. Ricordo che quando è scoppiato il conflitto in Ucraina ero in studio e sono scoppiata a piangere davanti alla tv, assalita da una impotenza e da una fragilità emotiva.

“Eppure si sa, è dura la vita le dai di tutto e poi non ricevi quanto ti spetta”, canti in “Piena di vita”. Hai ricevuto quanto ti aspettava?
(Ride, ndr) Dovrei essere grata e lo sono, ma non del tutto.

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