Niente bustine di zucchero al bancone del bar e neppure quelle di ketchup e maionese servite per accompagnare hamburger o patatine al tavolo. Sarà possibile, però, portarle a casa per il take-away, insieme a quelle di salsa di soia per il sushi. Addio, poi, alle mini-confezioni lasciate a disposizione dei clienti degli hotel, come bustine contenenti bagnoschiuma e shampoo o bottigliette con lozioni per corpo e mani. Se la proposta appena presentata dalla Commissione Ue per il nuovo regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio sarà definitivamente approvata, i prodotti consumati per una vita potranno essere certamente ancora disponibili per i consumatori, ma in confezioni e con modalità diverse. Il testo presentato il 30 novembre, dunque, rappresenta una rivoluzione non solo per l’industria, ma anche per i cittadini europei. Nonostante in diversi Paesi, negli ultimi anni, qualche piccolo cambiamento si sia già visto. A iniziare proprio dalle salse, per le quali anche in Italia diversi locali offrono alternative alle bustine monodose e dai prodotti per la cura del corpo per i quali molti alberghi scelgono ormai le confezioni ricaricabili. Ma l’articolo 38 del regolamento impone a ciascuno Stato membro di ridurre progressivamente i rifiuti di imballaggio prodotti pro-capite del 15% entro il 2040 (rispetto a quelli prodotti nel 2018). Ergo: non bastano più iniziative circoscritte, serve una rivoluzione, almeno dove possibile. Per arrivare a quel 15% “gli imballaggi non necessari o evitabili non dovrebbero poter essere messi sul mercato”. L’allegato 5 riporta, così, gli imballaggi che verrebbero messi al bando.

Cambiano le regole del consumo di cibo e bevande – Tra le novità più impattati sui cittadini europei, quelle che riguarderanno le abitudini di consumo di pasti e bevande. Il regolamento propone di bandire gli imballaggi monouso in plastica (o composti da più materiali) per alimenti e bevande che vengono riempiti per il consumo all’interno dei locali del settore Horeca (hotellerie-restaurant-café). Un esempio: nella stragrande maggioranza dei bar italiani il caffè viene servito nella tazzina, ma questo non vale per tutti i locali e non vale per altre bevande. Sarebbe, dunque, un notevole cambiamento non solo per i produttori, ma anche per il settore Horeca e, naturalmente, per i consumatori che dovranno dire addio a vassoi, piatti e tazze usa e getta, borse, pellicole e scatole. Il divieto include tutte le aree in cui si consuma, all’interno e all’esterno del locale, al tavolo, al bancone e in piedi, ma anche quelle messe a disposizione da diversi operatori o da terzi per consumare cibo e bevande. Saranno anche vietati bustine, vaschette, vassoi e scatole che contengono singole o più porzioni di prodotto e utilizzate per condimenti, conserve, salse, crema di caffè, zucchero, a meno che non vengano forniti insieme ad alimenti pronti per l’asporto e destinati al consumo senza la necessità di altre preparazioni, come nel caso della confezione di salsa di soia per il sushi take-away. Quali attività rientrano nel settore Horeca? Caffetterie, fast food, ristoranti, bistrot, pizzerie, bar, osterie, trattorie, pub, ma anche discoteche, club, mense e strutture ricettive per gli eventi, solo per citarne qualcuna.

Dai prodotti per la cura del corpo alle confezioni della frutta – Un altro cambiamento significativo che, a dirla tutta, qualcuno aveva già attuato da un po’, riguarda le strutture ricettive, come hotel e alberghi. Dovranno scomparire bottigliette di shampoo e di lozioni per il corpo e le mani o pellicole che contengano “cosmetici, prodotti per l’igiene e la toilette per meno di 50 ml per prodotti liquidi o per meno di 100 grammi per prodotti non liquidi”. Al bando gli imballaggi in plastica, come le pellicole estendibili, utilizzati nella vendita al dettaglio per raggruppare merci vendute in barattoli, pentole, vaschette e pacchetti. In pratica, le confezioni di convenienza con cui si consente ai clienti di acquistare più di un prodotto o si incoraggiano a farlo. Un classico esempio, sono le lattine di bibite che si vendono in blocco. Sono esclusi, però, dal divieto le componenti di imballaggio necessarie per facilitare la manipolazione durante la distribuzione del prodotto. Saranno vietate anche le confezioni monouso per frutta e verdura fresca, che pesano meno di 1,5 chilogrammi, dunque reti, borse, vassoi e contenitori vari. A meno che non si dimostri che l’imballaggio in questione è necessario per evitare, ad esempio, perdita di acqua o rischi microbiologici. Insomma, che il prodotto si rovini. Per sapere quali divieti dovranno essere effettivamente applicati anche in Italia, non resta che aspettare di sapere se e quali modifiche verranno apportare alla proposta della Commissione Ue.

Twitter: @luisianagaita

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