Risale al giugno del 2021 l’inchiesta della procura di Milano su una frode dell’Iva e mancati contributi che portò al sequestro d’urgenza di 20 milioni a carico di Dhl Supply Chain Italy. Oggi quasi 1.500 lavoratori vengono assunti da Dhl, colosso delle spedizioni (controllato dalle Poste tedesche) e i pm chiedono l’archiviazione della posizione dell’azienda, indagata per la responsabilità ammnistrativa prevista dalla Legge 231 del 2001. Come riporta Il Corriere della Sera è stata depositata in Procura Generale e ai difensori “una innovativa richiesta di archiviazione” dell’illecito amministrativo di frode fiscale contestato all’azienda.

La Procura di Milano imputava a Dhl Supply Chain Italy di neutralizzare, attraverso un consorzio di cooperative, il proprio cuneo fiscale mediante “l’esternalizzazione della manodopera”, attraverso “contratti di somministrazione illecita di manodopera fatti passare come contratti di appalto”, con perdita di Iva per l’Erario e “nessuna tutela per i lavoratori costretti a passare da una coop all’altra, pena la perdita del posto”. Indagata dunque per la responsabilità amministrativa Dhl sembrava avviata a un patteggiamento con sanzione pecuniaria. Il gruppo, però, seguendo la linea dei difensori dello studio legale Isolabella, ha invece convertito il ‘guaio giudiziario’ in occasione per rafforzare il modello organizzativo interno anti-reati fiscali e per monitorare gli adempimenti Iva dei fornitori, spiega il quotidiano. Ha scelto così di “reinternalizzare” i lavoratori con l’assunzione di quasi 1.500 persone costata all’impresa altri dieci milioni. Proprio questo “forte segnale, anche verso l’esterno, di voler proseguire l’attività nella piena legalità”, per i pm “determina una netta cesura”. Così da indurre la Procura a chiedere per la prima volta l’archiviazione dell’illecito amministrativo di una società.

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