Gaetano Pecorella è ufficialmente in corsa per il prossimo Consiglio superiore della magistratura. L’ex deputato di Forza Italia e del Popolo delle libertà, uno degli avvocati storici di Silvio Berlusconi, ha presentato la propria candidatura in vista dell’elezione dei dieci consiglierilaici” che saranno votati dalle Camere riunite il prossimo 13 dicembre (e andranno a unirsi ai venti “togati” eletti da giudici e pm nelle proprie file a settembre). Celebre penalista milanese, Pecorella è stato deputato per quattro legislature di fila (dal 1996 al 2012), presidente della Commissione giustizia e della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Porta il suo nome la “legge Pecorella“, approvata sotto il terzo governo Berlusconi, che impediva ai pubblici ministeri di appellare le sentenze di assoluzione: la norma – riproposta dal leader di Forza Italia durante l’ultima campagna elettorale – fu dichiarata incostituzionale dalla Consulta. Nel 2004 ammise l’uso di leggi ad personam per “consentire a Berlusconi di governare” superando o sospendendo i procedimenti giudiziari a suo carico. Nel 2008 fu proposto dal Popolo delle libertà per il ruolo di giudice costituzionale, candidatura poi ritirata dall’uomo di Arcore per l’opposizione di Pd e Italia dei Valori.

Ora però l’ex legale di B. può seriamente puntare a un posto da palazzo dei Marescialli, e forse nemmeno da semplice consigliere. Il nome di Pecorella, che alla fine della carriera politica aderì a Scelta Civica (il partito centrista di Mario Monti) è infatti in grado di attirare, oltre ai voti del centrodestra, anche quelli di Azione e Italia viva, raggiungendo così i tre quinti dei parlamentari necessari. “Ho mosso a fianco di Gaetano Pecorella i primi passi alla Camera. Era il mio capogruppo in commissione Giustizia. Un uomo garbato, preparato, intellettualmente onesto. Mi ha insegnato molto. Ovvio che, parlo a titolo personale, ritenga che sarebbe un ottimo consigliere del Csm”, dice al fatto.it il responsabile Giustizia di Azione Enrico Costa. Per curriculum, Pecorella potrebbe anche ambire alla vicepresidenza del Consiglio superiore, che avrà una netta maggioranza conservatrice e garantista (sette dei dieci laici saranno espressione del centrodestra e 11 togati su 20 appartengono alle correnti “moderate”). “Vaglieremo il suo nome insieme agli altri che stanno pervenendo”, dice al fatto.it Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia al Senato. Nei giorni scorsi il Fatto ha rivelato che ad auto-candidarsi per un posto da consigliere, per quanto non formalmente, è stato un altro storico legale di B., il padovano Piero Longo, che a questo scopo ha telefonato alla capogruppo al Senato Licia Ronzulli.

La necessità di ufficializzare le candidature è una novità introdotta dalla riforma elettorale del Csm firmata dall’ex ministra della Giustizia Marta Cartabia: gli aspiranti consiglieri, o i parlamentari che li vogliono candidare, hanno tempo fino al 10 dicembre per inviare a un apposito indirizzo pec della Camera l’autocertificazione dei requisiti previsti dalla Costituzione, cioè essere professori universitari ordinari in materie giuridiche oppure (come nel caso di Pecorella) avvocati con almeno quindici anni di esercizio. Alle ore 15 del 21 novembre i candidati erano 13: 12 avvocati e soltanto un professore, Saverio Regasto, ordinato di Diritto pubblico comparato all’univertsità di Brescia. Nell’elenco spicca il nome di Ivano Iai, penalista ex avvocato di Angelo Becciu, il cardinale accusato di essersi appropriato di fondi vaticani: la scorsa estate è stato “licenziato” dalla famiglia del porporato dopo che le foto del suo profilo Instagram, in cui posava in spiaggia in un attillatissimo slip da bagno, erano state pubblicate da Dagospia. Ma c’è anche il civilista palermitano Antonino Lo Presti, un altro nome che riporta ai tempi dei governi Berlusconi: fu deputato dal 1996 al 2013 nelle file di Alleanza nazionale e già in corsa per un posto da consigliere laico nel 2010, quando però venne fatto fuori in extremis perché considerato troppo vicino a Fini.

B.COME BASTA!

di Marco Travaglio 14€ Acquista
Articolo Precedente

Lapsus di Giorgetti in conferenza stampa, poi si commuove e ricorda Maroni: “Il bonus pensioni è una norma sua, non mia”

next
Articolo Successivo

Il battibecco tra Meloni e i cronisti: “Devo andare, c’ho il presidente di Confartigianato. Altro tempo? Non siete sempre stati così coraggiosi”

next