“È un camaleonte che cambia colore, diventa invisibile per farsi un favore”. Un po’ vigliacco un po’ astuto, ma soprattutto indifferente. Il protagonista del nuovo libro di Eliana Cocca, insegnante di Storia e Filosofia già autrice di Occhiali da sogno, si chiama Luigi. Ha un’abilità che sconfina fra l’autodifesa e il disinteresse: si mimetizza. Il problema è che lo fa sempre, anche quando si trova davanti alle difficoltà. Soprattutto se sono degli altri. Ignora un amico preso in giro perché diverso, non interviene quando una sua conoscente viene aggredita da un borseggiatore, resta in silenzio davanti alle prevaricazioni subite da un’amica, che rifiuta gli insistenti approcci di un pretendente. Poi una mattina succede qualcosa che gli fa cambiare visione per sempre. La favola raccontata da Cocca e illustrata da Giovanna Buonocore è indirizzata ai bambini, ma parla agli adulti. Rispetto per le differenze, rifiuto della violenza e attenzione al consenso sono i valori che emergono da – appunto – Luigi cambiacolore.

Il testo è edito da Le Pecore Nere Italia ed è disponibile a partire dal 20 novembre, la Giornata Internazionale per i diritti dell’infanzia. Un racconto in rima fitto di disegni capace di delineare le insidie quotidiane che si leggono sui giornali, si vedono per strada, sui mezzi di trasporto, a una festa. Il tutto con l’essenzialità utile per arrivare ai bambini, senza la quale non c’è comunicazione. Luigi è un fifone, come si chiarisce subito all’inizio, ma non viene trattato con tono giudicante. Piuttosto con empatia. E in effetti in tutti noi c’è un po’ del camaleonte. Lo siamo quando scegliamo di restare inerti davanti alle ingiustizie, pensando che la neutralità non sia mai pericolosa. Rappresenta l’immobilismo in cui cadiamo per autoprotezione, l’appiattimento verso cui tendiamo quando non siamo più capaci di scegliere. Luigi ci rappresenta, però, anche quando subisce in prima persona le cattiverie altrui, e quando decide di cambiare. Non è la prima volta che Cocca affronta le nuove prospettive.

In Occhiali da sogno la bimba Emma si imbatteva in occhiali da vista capaci di mostrarle l’autenticità delle persone: un modo per introdurre l’universo delle minoranze e delle differenze, nascoste da una coltre uniformante. Nel caso di Luigi il cambiamento di passo avviene senza strumenti, solo con la riflessione e l’esperienza. Forse il titolo della favola racconta il suo protagonista, che all’inizio muta aspetto quasi per automatismo e poi lo fa a livello mentale come scelta consapevole, una volta per tutte. Si fa per dire, è una metafora: Luigi è e resta un camaleonte, ma compie una sorta di conversione. È quello che può fare anche il lettore, se riesce a cogliere le sue possibilità di intervento su ciò che lo circonda: prima lo si capisce meglio è.

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