Il primo ministro israeliano in pectore Benjamin Netanyahu ha raggiunto, il 17 novembre, un accordo con il partito di estrema destra Otzma Yehudit che vedrà il riconoscimento da parte del prossimo governo di 65 avamposti di insediamento nella Cisgiordania occupata. Il Likud, il partito di destra di Netanyahu, ha affermato in una dichiarazione che l’accordo è stato raggiunto dopo l’incontro che si è tenuto mercoledì scorso tra Bibi e il leader di Otzma Yehudit, Itamar Ben-Gvir, specificando che i due politici hanno fatto “progressi significativi” nella formazione del prossimo governo. La notizia arriva mentre Netanyahu sta tentando di mettere insieme un governo di coalizione portando avanti dialoghi con i suoi alleati di estrema destra per formare il prossimo esecutivo israeliano. Secondo quanto riporta Haaretz, i colloqui sulle posizioni chiave nel governo sono in fase di stallo, ma Netanyahu ha insistito sul fatto che “a breve ci sarà un governo”.

L’accordo arriva a pochi giorni dall’adozione della bozza di risoluzione da parte delle Nazioni Unite che chiede un parere consultivo alla Corte internazionale di giustizia (Cig) sull’occupazione prolungata portata avanti da Israele in Palestina. La risoluzione, approvata dal Quarto Comitato delle Nazioni Unite a New York, chiede infatti che il Tribunale dell’Aia si pronunci “urgentemente” sulla “prolungata occupazione, insediamento e annessione del territorio palestinese” da parte di Israele, che sta violando il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione. Sono 98 i Paesi che hanno votato a favore della risoluzione, 52 si sono astenuti e 17, tra cui l’Italia, hanno votato contro.

Secondo infatti quanto specifica il Middle East Monitor, ci sono 451 mila coloni in 132 insediamenti e 147 avamposti non autorizzati nella Cisgiordania occupata che hanno lo scopo di stringere il cordone intorno alle comunità palestinesi e rubare la maggior quantità possibile di terra. Al momento, tutti gli insediamenti israeliani sono ritenuti illegali secondo il diritto internazionale. Israele, tuttavia, considera illegali solo gli avamposti, sostenendo che sono stati costruiti da singoli coloni o gruppi di coloni e non dal governo. Al Jazeera, che cita decine di rapporti di gruppi di monitoraggio e per i diritti umani, spiega invece che il governo israeliano fornisce infrastrutture, supporto e finanziamenti ai coloni per costruire avamposti. Inoltre, negli ultimi anni il governo israeliano ha legalizzato retroattivamente molti avamposti e ha approvato una legislazione che rende più facile farlo.

Sempre secondo Haaretz, in un altro incontro, questa volta con il leader ultranazionalista Bezalel Smotrich a capo del Partito Sionista Religioso, Netanyahu ha affermato che Israele deve “sfruttare l’opportunità” presentata dal recente attacco all’insediamento illegale di Ariel in Cisgiordania per riconoscere gli avamposti non autorizzati in quella zona e in altre. Tra gli avamposti da legalizzare secondo il piano di Netanyahu c’è quello di Homesh, evacuato nel 2005 e situato tra le città palestinesi di Nablus e Jenin. Questo insediamento si trova sulla Route 60, la principale autostrada nord-sud della Cisgiordania, utilizzata da palestinesi e coloni ebrei. E come spiega il giornalista locale Shadi Jararah ad Al Jazeera “il reinsediamento di Homesh, in particolare, significherà distruzione per i palestinesi che vivono lungo la strada Nablus-Jenin”, aggiungendo che “attualmente ci sono quasi ogni giorno attacchi di coloni contro i palestinesi sulla Route 60 e anche contro le case a Burqa”, un villaggio palestinese vicino a Homesh. “La presenza di coloni a Homesh e sulla strada principale per Jenin porterà a maggiori tensioni”.

Altre questioni concordate nel patto per il nuovo governo Likud-Otzma Yehudit includono una legge che impone pene minime per i reati agricoli e l’accelerazione nella pianificazione e la costruzione di tangenziali ad uso esclusivo degli ebrei per collegare gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata. Funzionari statunitensi hanno espresso preoccupazione per il ruolo cruciale che l’estrema destra sta assumendo nella formazione del nuovo governo in Israele. Secondo quanto riferisce il quotidiano The Times of Israel, l’ambasciatore americano nel Paese, Tom Nides, ha chiesto a Netanyahu di non nominare Bezalel Smotrich come ministro della Difesa. “Il partito ha molto rispetto e apprezzamento per il nostro alleato statunitense, ma anche l’amministrazione Biden dovrebbe rispettare la democrazia israeliana e non interferire nella costituzione di un governo eletto”, ha risposto in un tweet il partito di estrema destra. “Una nazione sovrana non può accettare dettami stranieri che metterebbero in pericolo la sicurezza di Israele e danneggerebbero l’insediamento ebraico in Giudea e Samaria”.

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