L’ipotesi di un tentativo di omicidio. Perché dopo averlo “percosso e minacciato”, lo presero “per i piedi gettandolo dalla finestra della stanza da letto dell’abitazione”. È questa, al momento, l’accusa nei confronti dei quattro poliziotti del commissariato di Primavalle intervenuti nella casa popolare della periferia di Roma in cui viveva Hasib Omerovic, il ragazzo disabile che il 25 luglio è finito ricoverato in ospedale dopo essere stato ritrovato in fin di vita all’esterno della palazzina in seguito al volo nel vuoto. Fratture in varie parti del corpo – testa, costole e sterno – nonché la lussazione dell’omero, ferite al torace e traumi alla milza, al fegato e al rene, il riassunto della cartella clinica.

Le accuse – riportate dall’edizione romana di Repubblica – sono ancora in fase di accertamento e si estendono anche a quello che è avvenuto nelle ore successive al ricovero di Omerovic. I poliziotti, stando a quanto finora ricostruito dai pubblici ministeri della procura di Roma, hanno mentito ai superiori, sostenendo “nella relazione di servizio” che il giovane si sarebbe lanciato “nel vuoto dalla finestra della camera da letto”. Non solo: ad avviso degli inquirenti, i quattro avrebbero anche omesso di “indicare che lo stesso era stato percosso, minacciato e che era stata sfondata la porta di una stanza interna dell’appartamento”. Per questo, oltre al tentato omicidio, agli agenti viene anche contestato il falso. Uno dei poliziotti è già stato ascoltato – su sua richiesta – dagli investigatori, mentre la collega – l’unica donna intervenuta nell’abitazione di via Girolamo Aleandro – si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

I quattro, come già emerso, sono intervenuti “per procedere alla sua identificazione”. Da chiarire per quale motivo, forse da ricercare nelle segnalazioni di questi giorni sui social: Omerovic veniva definito come problematico e le voci parlavano di occasioni in cui aveva disturbato alcune ragazze. Da qui, l’intervento dei quattro agenti, mentre in casa il giovane era con la sorella, una 32enne con un ritardo mentale e unica testimone di quanto accaduto.

Secondo il racconto della 32enne, durante l’intervento tre agenti avrebbero picchiato il fratello con un manico di scopa, ritrovato spezzato nella casa. Un termosifone è stato divelto e la serratura di una porta risulta spaccata. Ad avviso degli agenti, invece, nessuna violenza si sarebbe verificata durante l’intervento, la serratura è stata divelta da un poliziotto con una spallata perché l’uomo si rifiutava di aprire la porta della sua stanza e Omerovic – ancora ricoverato in ospedale – si sarebbe improvvisamente buttato dalla finestra dopo aver alzato la tapparella. Versioni contrastanti e dubbi ancora da chiarire, compito che spetterà ai pubblici ministeri.

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