No della Norvegia, un mezzo sì da parte della Francia. Mentre continua lo stallo sulla situazione delle tre navi bloccate al largo della Sicilia, a bordo delle quali ci sono quasi mille persone salvate dalle ong, arrivano i primi segnali da oltre confine. E se Oslo ha rispedito al mittente qualsiasi appello dicendo di non avere “nessuna responsabilità”, da Parigi hanno inviato un messaggio diverso. “Non dobbiamo lasciare sola l’Italia. Abbiamo detto all’Italia, lo abbiamo detto con la Germania, che se quest’imbarcazione verrà accolta dall’Italia, accoglieremo una parte dei migranti, delle donne e dei bambini, perché l’Italia non abbia da sola il fardello di questo arrivo dei migranti”, ha dichiarato il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, intervistato dal programma ‘Face-à-Face’ su Bfmtv e Rmc. Poco dopo ha parlato anche il ministro della Solidarietà francese Jean-Christophe Combe: si tratta di una “questione di umanità”, ha detto a France Info. “Deve esserci un porto in Europa o in Francia che possa accoglierli, che possa curarli – ha proseguito Combe – Non li lasceremo morire in mezzo al Mediterraneo, non li lasceremo andare alla deriva”.

Intanto continua lo stallo in atto da giorni: quasi mille migranti sulle navi Ocean Viking, Geo Barents e Humanity 1 sono sempre al largo della Sicilia, fuori dalle acque italiane, senza un porto che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non ha concesso. E, in una riunione con i colleghi del Med 5 (Spagna, Malta, Grecia e Cipro) ha riferito della volontà di elaborare una linea condivisa tra i 5 Paesi rivieraschi centrata sul governo dei flussi migratori e sul rafforzamento dei canali di ingresso regolari. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ieri ha chiesto alla Germania (la Humanity batte bandiera tedesca) il rispetto delle regole. Mentre Sos Mediterranee, che gestisce la Ocean Viking, si è rivolta a Spagna, Francia e Grecia per poter sbarcare, visto il fermo no di Italia e Malta.

Dopo lo scambio di lettere di due giorni fa tra Berlino e Roma, è stato ieri Tajani a ribadire la posizione del nuovo governo, incontrando la collega tedesca Annalena Baerbock: “Con un Paese amico e grande interlocutore come la Germania – ha spiegato – dobbiamo collaborare tantissimo. Poi, quando c’è da dare qualche messaggio, soprattutto sul tema dell’immigrazione, lo facciamo con determinazione, ma per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo chiesto che le navi delle ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini”. Più esplicito il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che prende di mira il Paese di bandiera delle altre due navi: “Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia…”, ha scritto in un tweet.

Dalle navi umanitarie – tanti i minori a bordo – si ripetono intanto gli appelli allo sbarco immediato, dopo diversi giorni in mare. Sos Mediterranee ha chiesto aiuto a Grecia, Spagna e Francia, visto che sia le autorità italiane che quelle maltesi “hanno voltato le spalle a queste donne, bambini e uomini. La situazione a bordo della Ocean Viking sta precipitando, le previsioni meteo annunciano vento forte, onde alte e un abbassamento delle temperature entro la fine della settimane e le scorte si stanno esaurendo. I naufraghi devono sbarcare senza ulteriori ritardi”. La Humanity 1 ha inviato ben 17 richieste di porto, tutte ignorate: “le condizioni di salute dei naufraghi – segnala – stanno peggiorando. A causa delle temperature fredde di notte si sta diffondendo la febbre a bordo”. E l’Unhcr ricorda che “il diritto del mare assegna chiare responsabilità nel coordinamento di ricerca e soccorso. Auspichiamo il dialogo tra tutti i paesi competenti per individuare al più presto un porto sicuro per le navi ong nel Mediterraneo con spirito di collaborazione e solidarietà”.

Da parte sua, Bruxelles monitora la vicenda “a stretto contatto” e indica una possibile soluzione, quella di attivare il meccanismo di solidarietà volontario – firmato nel giugno scorso, 21 i Paesi aderenti – che può essere utilizzato anche per ridistribuire i migranti al momento bloccati sulle navi al largo dell’Italia. Proprio quest’ultima è stata la prima ad usufruire del meccanismo: 38 candidati sono stati trasferiti in Francia e 74 in Germania nei mesi scorsi.

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