Si è spento mercoledì a 90 anni il manager Franco Tatò. Un ictus lo ha colpito prima di un intervento endocardico. Era ricoverato a San Giovanni Rotondo, alla Casa Sollievo della Sofferenza fondata da Padre Pio. Ad assisterlo c’erano la moglie Sonia Raule, attrice e presentatrice televisiva, e la figlia Carolina. Laureato in filosofia, era noto come “Kaiser Franz” per gli studi in Germania ma anche per il piglio di manager duro e decisionista. Che per risanare le aziende non esitava a tagliare migliaia di dipendenti. “Quando lo incontro in corridoio ho paura che mi guardi come un costo da abbattere“, disse di lui Silvio Berlusconi ai tempi in cui lavorava alla Fininvest.

Tatò era nato a Lodi nel 1932, da una famiglia originaria di Barletta. Dopo la laurea in Filosofia a Pavia con una tesi sul sociologo Max Weber si era perfezionato in Germania (grazie a una borsa di studio) e poi ad Harvard, pagandosi gli studi lavorando nelle mense. Nel ’56 viene assunto all’Olivetti. Per i primi 6 mesi fa l’operaio, poi comincia la sua scalata nel gruppo. Guida le controllate in Austria, Regno Unito, Germania. Negli anni Ottanta torna in Italia e risana la Triumph Adler appena comprata. Dall’84 all’86 va alla Mondadori, chiamato da Carlo De Benedetti, e ne diventa ad. Poi torna in Olivetti a guidare Olivetti Office.

Lascia il gruppo nel 1990 per divergenze con la dirigenza. Nel 1991 passa in Mondadori come amministratore delegato, nel ’93 prende lo stesso incarico in Fininvest. Qui attua un drastico risanamento dei conti. La formazione tedesca e il piglio duro del risanatore di imprese gli valgono il soprannome di “Kaiser Franz” e la fama di “tagliatore di teste“. Tatò non lega con il circolo dei collaboratori più stretti del Cavaliere, e si vede bocciata la vendita di Standa direttamente dal patron di Fininvest.
Per questo nel 1996 accetta l’offerta di Romano Prodi per fare l’ad di Enel. Tatò taglia 30.000 dipendenti e riorganizza l’azienda, preparandola alla quotazione in Borsa. Nel ’98 Enel entra nel mercato della telefonia mobile con Wind, che nel 2000 acquista Infostrada. L’azienda si espande sulle energie rinnovabili, sull’impiantistica, sull’immobiliare, apre il portale Enel.it per offrire servizi telematici ai clienti.

Tatò quadruplica i profitti del gruppo. Ma nel 2002 il governo Berlusconi, per mano del ministro Giulio Tremonti, non gli rinnova l’incarico. Tatò dopo Enel svolge diversi incarichi di manager e consigliere di amministrazione ad Hdp, Prada, Cartiere Pigna, Mikado, Parmalat, Berco. Dal 2003 al 2014 è ad della Treccani. Nel tempo libero dal lavoro, ha scritto diversi libri sulle materie che amava di più: la gestione aziendale e la storia della Germania.

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