Il piano da 200 miliardi di euro annunciato dal governo di Berlino non piace a molti Paesi dell’Ue, ma ora viene criticato anche all’interno della Germania. La Corte dei conti federale tedesca, infatti, ritiene che lo scudo previsto per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia sia incostituzionale. “Il prestito programmato ‘in anticipo’ viola il principio costituzionale dell’annualità“, ha dichiarato in un rapporto alla commissione Bilancio del Bundestag, come riportato dalla Dpa. Che cosa significa? Lo “Schwarze Null”, il freno all’indebitamento che in Germania fa parte della Costituzione, non c’entra. Almeno non direttamente. La Corte dei conti infatti prende di mira la scelta fatto dal ministro delle Finanze, il falco liberale Christian Lindner, per limitare l’aumento dei prezzi del gas e finanziare gli aiuti alle imprese fino al 2024. Lindner infatti ha creato un fondo speciale da 200 miliardi, che però servirà a coprire le spese del 2023 e del 2024. In questo modo il debito peserà tutto sul bilancio dello Stato del 2022 e dal prossimo anno il leader dei liberali tedeschi potrà tornare al pareggio di bilancio, previsto appunto dalla Costituzione ma sospeso durante la pandemia, per rivendicare lo Schwarze Null davanti ai suoi elettori e sottolineare l’integrità dei conti della Germania.

Proprio quest’ultimo aspetto, però, viene messo in discussione dalla Corte dei conti nella relazione al Parlamento. Il principio dell’annualità, sancito dalla Costituzione, stabilisce che il bilancio dello Stato viene redatto per un anno, quindi i prestiti contratti devono essere utilizzati per pareggiare il deficit di bilancio nello stesso periodo. Per i revisori contabili tedeschi quello che il cancelliere Olaf Scholz chiama “scudo difensivo” dovrebbe essere finanziato senza deviare dal bilancio federale. Invece il piano di indebitamento previsto da Lindner non è compatibile con la Costituzione, secondo la Corte dei conti: il ministro delle Finanze infatti vuole finanziare il pacchetto di aiuti, che mira a proteggere consumatori e aziende dall’aumento dei prezzi dell’energia, tramite un fondo speciale, quindi di fatto aggirando il bilancio. Il fondo infatti finanzierebbe gli aiuti a famiglie e imprese tedesche anche nel 2023 e nel 2024.

Da quando è scoppiata la pandemia la Germania ha fatto più volte ricorso a fondi speciali. Il primo è stato il fondo di stabilizzazione dell’economia per il Covid: contro la pandemia furono previsti inizialmente 600 miliardi, finora ne sono stati utilizzati solo 200. Ma, come ricorda Die Zeit, esistono anche molti altri fondi speciali: quello sul clima, quello per il rinnovamento dell’infrastruttura digitale tedesca, infine un altro per la modernizzazione dell’esercito, la Bundeswehr. Un ulteriore fondo speciale contro il caro energia, sottolinea quindi la Corte dei conti, “rafforza la già esistente mancanza di trasparenza nel bilancio federale”. Il totale della spesa tedesca nel 2022 potrebbe infatti arrivare a 400 miliardi di euro, circa il 10% del Pil.

Il piano di Lindner serve soprattutto a livello interno: il leader dei liberali, in crisi nei sondaggi, ha già promesso che nel 2023 la Germania tornerà al Schuldenbremse, il pareggio di bilancio sospeso durante la pandemia ma previsto dalla Costituzione. I soldi stanziati nel fondo speciale gli consentirebbero di raggiungere questo obiettivo. Inoltre, il ministro tedesco ha difeso a spada tratta il piano dalle critiche arrivate da altri Paesi dell’Ue, spalleggiato anche dal cancelliere Scholz. “Facciamo quelli che altri hanno già fatto”, è stata la difesa della Germania, in particolare in merito all’inserimento di un tetto al prezzo del gas nazionale. La grande differenza però è la potenza di fuoco che sosterrà le imprese tedesche: le aziende degli altri Paesi, con meno spazi di bilancio, faranno molta fatica a competere. Inoltre, il falco Lindner è un grande sostenitore del ritorno all’austerity e quindi al rispetto dei parametri di Maastricht. “La Germania resta una sostenitrice della politica di stabilità“, ha sempre sottolineato Lindner. Ora però è lui a essere criticato dalla Corte dei conti tedesca per la sua gestione del bilancio.

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