Il “festival della città nobile e aristocratica” si farà. Il progetto di Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, tesserato di Fratelli d’Italia dopo un passato (recente) con CasaPound, di organizzare una kermesse adeguata ai valori del suo partito e della sua città è in dirittura d’arrivo. Riscoprire l’Europa avrà luogo dall’8 al 16 ottobre, nel centro storico del capoluogo abruzzese. Un festival rivolto “in modo particolare ai giovani del cratere che, affiancati dalle Istituzioni locali e nazionali, attraverso i loro valori, la loro energia positiva e il loro entusiasmo, possono portare un vento di speranza, dare vita al futuro prossimo della città rinata e favorirne l’apertura agli scenari europei”, si legge sul programma.

Con “città rinata” si fa riferimento al motivo per cui i fondi statali che finanziano il festival sono stati stanziati: il decennale del sisma che nel 2009 travolse L’Aquila, causando 309 vittime, oltre 1.600 feriti e danni stimati per 10 miliardi di euro. Eppure dal decennale del 2019 sono passati tre anni e ancora la rassegna non è stata fatta. I 700mila euro messi sul tavolo dal ministero della Cultura hanno fatto un lungo giro prima di tornare a disposizione del Comune: dal ministero di Dario Franceschini al ministero di Vincenzo Spadafora e infine a quello di Fabiana Dadone. Il motivo di questo ritardo è da rintracciare nell’avversità dimostrata da parte del sindaco Biondi per il Festival degli Incontri, la kermesse che, sotto la direzione artistica di Silvia Barbagallo, era stata inizialmente ideata per il decennale.

“Biondi non accettava che tutti quei soldi ricadessero sul territorio senza che lui toccasse palla”, dice a ilfattoquotidiano.it Silvia Barbagallo, già responsabile di Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria. “Il Festival degli Incontri era stato ideato dalla scrittrice aquilana Annalisa De Simone come messaggio di rinascita culturale della città a dieci anni dal terremoto. Io ero stata scelta come direttrice artistica dopo una gara del ministero – spiega Barbagallo – Biondi da allora ci ha messo costantemente i bastoni tra le ruote. La direttrice racconta che all’interno del programma del festival erano presenti quattro nomi molto sgraditi all’amministrazione comunale di Fratelli d’Italia, tra cui Roberto Saviano e Michele Rech, in arte Zerocalcare. Eliminare questi ospiti fu posta come condizione non negoziabile per la realizzazione della kermesse. “Avevo già depositato il programma, mi opposi alla rimozione di questi nomi e il festival venne bloccato – continua – Nessuno fu pagato, io denunciai l’operazione di censura pubblicamente e da quel momento Biondi fece partire una bufera che per me diventò un tritacarne mediatico. Sono stata messa al centro di polemiche, accusata di essere una ‘bugiarda’, una ‘cialtrona’, una ‘sciacalla’. Sui social sono anche stata minacciata di morte, pure mio figlio”.

Il sindaco Biondi, contattato da ilfattoquotidiano.it, ha negato di aver boicottato il festival per motivi politici: “La mia richiesta era che ci fosse un confronto plurale e che, a fronte di artisti con sensibilità di sinistra, vi fosse la possibilità di ascoltare voci dissonanti rispetto a un certo tipo di pensiero, per evitare una sorta di colonizzazione culturale che escludeva il coinvolgimento del territorio”. Già nel 2019 il sindaco aveva negato l’operazione di censura, etichettando questa lettura come una suggestione dell’organizzazione del festival annullato. Ora, in riferimento alle accuse, replica dicendo che in questi anni di amministrazione di centrodestra all’Aquila si sono esibiti molti artisti “con posizioni e sensibilità politiche diverse dalle mie. La realtà è che qualcuno pensava di trasformare il decennale del sisma in un luna park privato della sinistra“.

Non è la prima volta che Biondi usa metafore colorite per riferirsi al mai realizzato Festival degli Incontri. Nel settembre del 2019, in occasione della manifestazione politica della destra Atreju, ripreso da alcune telecamere, dichiarò, in riferimento al presunto boicottaggio, di aver semplicemente detto “a una tizia” che non era possibile spendere questi soldi per “una carnevalata di sinistra“. E poi aggiunse: “Sì, in realtà Saviano e Zerocalcare non ce li voglio a L’Aquila”, perché è una “città nobile e aristocratica che non merita questo genere di cose”. Il nuovo programma, e i nuovi ospiti, sono considerati più adatti alla visione dell’amministrazione comunale.

“Da un punto di vista culturale è una grande ferita“, commenta Barbagallo, sottolineando come a cartellone ci fossero anche ospiti internazionali e personaggi che dal 2009 sono stati molto vicini alla città. “La mia paura – continua la direttrice artistica – è che questo modello di accentramento culturale possa essere applicato anche sul piano nazionale dopo queste elezioni, non solo locale”. Una sorta di laboratorio politico per la gestione di una cultura che non sia un elemento indipendente, bensì a uso e piacere di chi governa. Una riflessione che prende spunto dal commento fatto dalla futura presidente del Consiglio all’epoca della vicenda. Il un post su Twitter Giorgia Meloni difese il suo sindaco dalle accuse di censura, descrivendo come “festa da centro sociale” il Festival degli Incontri. “Non dovremmo avere a che fare con un dominus. La cultura è libertà di espressione e dovrebbe poter organizzarsi autonomamente, dal basso. Questo è un approccio violento, sono molto preoccupata. Sembra che la memoria di un evento drammatico e nazionale, come quello del terremoto, possa essere regolata da scelte politiche precise”.

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