Sono 502 le parti civili che avevano chiesto di costituirsi nel processo per il crollo del ponte Morandi di Genova e che sono state escluse. I giudici hanno vagliato posizione per posizione. Ammesso invece il Comitato ricordo vittime dopo essere stato invece escluso in udienza preliminare. Tra gli esclusi ci sono gli agenti che parteciparono alle operazioni subito dopo il crollo, le associazioni dei consumatori, ma anche l’Aeroporto di Genova, Terminal Psa Genova di Prà, Spediporto, Potranno eventualmente chiedere un ristoro in sede civile. Nella decisione una curiosità: un uomo è stato ammesso, la moglie no. Era stato lo stesso pubblico ministero Massimo Terrile a dire che “un processo con quei numeri è un processo che non avrà mai fine”.

Aspi ha risarcito il 99% degli eredi delle vittime con 67 milioni. Gli unici a non avere accettato è la famiglia Possetti. Per loro la società ha depositato un assegno da un notaio. Autostrade ha previsto un importo di 3.4 miliardi come compensazione legata al crollo. In questa cifra è stato individuato l’importo per definire l’accordo transattivo con la città di Genova, il Porto, la Regione. Sono stati stanziati nel periodo 2018/2020 la quasi totalità dei circa 500 milioni di cui 314 per la demolizione e sgombero delle aree, ricostruzione del ponte e delle opere accessorie; 39,35 milioni come indennità di esproprio per gli immobili produttivi nelle aree sottostanti e limitrofe al ponte; 75,5 milioni come indennità di esproprio per gli immobili residenziali nelle aree sottostanti e limitrofe; e 32 milioni a circa 20 aziende della zona rossa come indennizzi per la perdita delle attrezzature. A questi si aggiungono 32 milioni in iniziative ai privati che, a vario titolo, hanno subito disagi nell’immediatezza dell’evento nonché a imprese e ad attività commerciali che hanno subito un pregiudizio economico.

Soddisfatti i parenti delle vittime. Per i giudici, nel motivare l’ammissione del Comitato “per tipi di danno quale quello derivante dal collasso di un ponte la sofferenza morale prospettata riguarda, più che una sola persona, un’intera collettività fruitrice dell’infrastruttura e quel pregiudizio arriva a precedere l’evento e ad essere già riferibile ai singoli prima del compiersi del crollo, risultando connesso alla dedotta grave incuria nella gestione di servizi essenziali, tra cui strade ed autostrade”. Adesso il processo prosegue con le questioni preliminari. Ha iniziato l’avvocato Giovanni Poalo Accinni che con il collega Guido Carlo Alleva difende l’ex Ad di Aspi Giovanni Castellucci. I legali hanno chiesto l’annullamento degli atti della chiusura delle indagini e dell’indicente probatorio per una lesione del diritto di difesa. In subordine hanno chiesto di sollevare l’eccezione di legittimità costituzionale. Insieme a Castellucci sono 58 le persone imputate tra ex dirigenti di Autostrade e Spea (la controllata che si occupava delle manutenzioni) e tecnici, ex e attuali dirigenti del Mit e del provveditorato delle opere pubbliche. Le due società sono uscite dal processo patteggiando 30 milioni. Per l’accusa tutti sapevano delle condizioni del Morandi ma nessuno fece nulla.

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Ponte Morandi, il comitato vittime ammesso al processo: è la prima volta in Italia. “Il crollo tragedia collettiva, come l’eccidio di Stazzema”

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