“‘Tu comincia a fare quello che è necessario, poi quello che è possibile. Alla fine, ti scoprirai a fare l’impossibile’. Bella la frase citata da Giorgia Meloni nel discorso della vittoria. Ma san Francesco non l’ha mai detta. Parola degli storici francescani”. A rilevarlo in un tweet è Lucio Brunelli, storico vaticanista, per anni cronista delle vicende d’Oltretevere al Tg2 e poi direttore delle testate giornalistiche delle emittenti della Conferenza episcopale italiana, Tv2000 e Radio InBlu. Brunelli, in pensione dal 2019, ha pubblicato anche un libro di grande successo intitolato Papa Francesco come l’ho conosciuto io in cui racconta la sua antica e profonda amicizia con l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, proseguita dopo l’elezione al pontificato dell’arcivescovo di Buenos Aires.

Nel suo tweet, Brunelli posta il link del blog di padre Andrea Vaona, francescano minore conventuale e docente di storia ecclesiastica presso la Facoltà Teologica del Triveneto e presso l’Istituto Teologico Sant’Antonio dottore di Padova. Il frate riporta un elenco di quaranta frasi erroneamente attribuite al santo patrono d’Italia. Tra esse c’è anche quella pronunciata da Giorgia Meloni nel discorso della vittoria: “‘Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile’ non è di san Francesco d’Assisi”, sottolinea padre Vaona. “Significa – spiega il frate – che la citazione come riportata e divulgata non è presente nella documentazione attuale di Fonti Francescane (ultima edizione) oppure delle edizioni critiche degli Scritti di san Francesco d’Assisi”.

“È triste, – commenta padre Vaona – ma su internet e sui social troviamo spessissimo aforismi e citazioni errate o aneddoti fantasiosi riferiti a varie personalità e personaggi del passato o del presente (ad esempio Papa Francesco). Il problema è molto serio, nonostante c’è chi si sforzi di segnalare gli errori. Come è da immaginarsi nei siti o nei social si propagano ‘viralmente’ anche frasi attribuite a san Francesco d’Assisi, ma che non risultano assolutamente né tra i suoi scritti né tra i detti che troviamo nelle sue biografie. C’è da dire che ci sono volute decine e decine di anni di studio di molti studiosi, religiosi e laici, per studiare il vastissimo materiale della tradizione francescana e quello relativo agli scritti attribuibili a Francesco d’Assisi: tutto è confluito in testi ormai di riferimento, come l’edizione critica dei suoi Scritti e il materiale molto vasto contenuto nelle Fonti Francescane. Ignorare il loro lavoro è semplicemente ignoranza. Di sicuro sarà possibile che in futuro si scoprano testi inediti (è avvenuto anche relativamente recentemente con il testo di Francesco Audite poverelle scoperto nel 1977): nel frattempo fidiamoci di quanto fino ad oggi è stato riconosciuto valido e non fidiamoci troppo del web. Ciò che duole – conclude padre Vaona – è la difficoltà nel correggere gli errori pubblicati: quando segnalati, spesso la risposta è seccata, perché ‘la frase è bella’. Oppure c’è chi evoca i ‘complotti’ della Chiesa che fa sparire i documenti. Un confratello, saggiamente, per sdrammatizzare dice: ‘Spiritualità francescana da Baci Perugina’”.

Twitter: @FrancescoGrana

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