L’epidemiologo fuori, il microbiologo dentro. Due destini diversi per Luigi Lopalco e Andrea Crisanti, entrambi candidati al Senato nelle elezioni politiche del 2022. Entrambi con il Pd: il primo, già assessore alla Sanità della Puglia, era in quota Articolo 1, il secondo era candidato nella circoscrizione Europa. Entrambi sono diventati volti noti durante la pandemia di Covid. “La soddisfazione di essere stato eletto cede allo sconforto per il risultato generale. Sicuramente speravo in qualcosa di diverso, in un’affermazione maggiore del Partito democratico. Ma l’Italia non si cambia in 5 anni. Rispettiamo la volontà degli elettori. Penso che a questo punto le forze progressiste debbano ragionare su come fare per riconquistare Comune dopo Comune, Regione dopo Regione. Le vere elezioni saranno fra 5 anni. Perché in Italia di fatto si cambia ogni 10 anni dice” Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova, che all’Adnkronos Salute commenta l’esito delle elezioni che hanno visto l’affermazione di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.

Quando le sezioni scrutinate erano 1.094 su 1.118, le preferenze conquistate dal virologo erano “sopra quota 33mila (33.075)”, riferisce. “Al Senato il Pd prende il 41,7%” nella ripartizione Europa. “La differenza che c’è tra i voti del Senato e i voti della Camera al Pd è di circa 10 punti percentuali. Io mi sono impegnato al massimo. Era la mia prima campagna elettorale e non era facilissimo. Mi creda, è stato un buon risultato”, assicura Crisanti. Cosa succede ora? “Io ho tantissime idee e progetti – spiega – Sicuramente ho un impegno con gli italiani all’estero per cercare di risolvere una serie di problemi e su questo voglio lavorare intensamente. Non so nulla ancora di come gestirò da adesso in poi l’attività scientifica. Sicuramente ora privilegerò la parte dell’impegno politico, perché ho preso un impegno con gli elettori che intendo mantenere”, ribadisce. Niente rimpianti, quindi, per lo scienziato. Il Pd poteva fare meglio? “Il Pd credo che in questo momento più che di un gioco al massacro abbia bisogno di riflettere”, replica Crisanti. Mentre sul nuovo Governo che si profila all’orizzonte, il microbiologo non si sbilancia: “Penso che chi va al Governo si prenderà la responsabilità e si sottometterà al giudizio dei cittadini. Io non entro nel gioco di dire: sono preoccupato, non sono preoccupato, oddio che succederà. Non penso sia utile né a noi come partito, né a noi come italiani. Da adesso in poi si lavora a testa bassa”.

Nessuna delusione dopo la sconfitta elettorale per Lopalco. “Non c’è amarezza. La campagna elettorale è stata un’esperienza emozionante. Ho battuto in lungo e in largo le piazze di tutti i comuni del Salento. Ho ricevuto l’affetto e l’apprezzamento di tanta gente”, spiega all’Adnkronos Salute l’esperto che ha partecipato alla competizione elettorale nella sua Puglia, dove è docente di Igiene all’Università del Salento. “La sconfitta elettorale era scritta da tempo – osserva – da quando, alla previsione di un voto orientato a destra, il centrosinistra non ha saputo contrapporre una strategia di alleanze efficace. Nel mio piccolo credo di aver contribuito dignitosamente facendo la mia parte: il mio collegio è stato l’unico in Puglia in cui il centrosinistra è arrivato secondo con circa 85.000 voti ed oltre, mentre io – conclude – ho avuto il 24% delle preferenze”.

“Il momento delle elezioni politiche è l’espressione più alta della democrazia di un Paese. E grazie alla democrazia abbiamo regole del gioco che liberamente abbiamo scelto di accettare. Sono fiero di aver accettato una sfida difficilissima in un collegio uninominale pur sapendo che, sulla base dei sondaggi di opinione, la vittoria sarebbe stata impossibile” ha detto l’epidemiologo superato dal leghista Roberto Marti. “Perché al gioco della politica – prosegue – bisogna partecipare non per vincere, ma per testimoniare e far valere il proprio bagaglio di valori. Sia ben chiaro: la vittoria non fa schifo a nessuno. Ma sono convinto che in questo caso la mancata vittoria non sia da ascrivere ad una sconfitta dei valori che abbiamo testimoniato, quanto ad una serie di errori strategici nel campo delle alleanze e delle coalizioni. Non credo che oggi l’Italia si sia svegliata “di destra”. Semplicemente, sulla base delle regole del gioco di queste elezioni, si troverà ad essere governata dalla destra che si è presentata sul campo unita contro un fronte di centrosinistra come al solito diviso e litigioso. Nel mio piccolo sono fiero del lavoro fatto. Della fatica di questa campagna elettorale breve ed entusiasmante. Della squadra che mi ha accompagnato e sostenuto, in primis le compagne ed i compagni di Articolo Uno”. “Il mio più grosso cruccio – conclude – è la consapevolezza che la sinistra del nostro Paese non riesca più a parlare a chi non ha lavoro, a chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese, a chi è costretto a chiudere la propria attività”.

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