Una mazzetta da 10mila euro per il 123esimo congresso nazionale della Società italiana di Chirurgia, organizzato a Catania all’interno del polo fieristico Le Ciminiere. È questa l’accusa contestata dalla procura etnea all’imprenditrice Barbara Mirabella, ex assessora al Comune di Catania, fresca di dimissioni per correre alle elezioni regionali in Sicilia con Fratelli d’Italia. Nell’inchiesta è coinvolto anche l’ex rettore dell’università Francesco Basile che della società italiana di Chirurgia è presidente, oltre a essere il primario dell’unità di Clinica chirurgica dell’ospedale etneo San Marco. Proprio attraverso Basile gli investigatori della Squadra mobile sono arrivati al nome di Mirabella. L’ex rettore, stando alle accuse, avrebbe permesso a due medici in pensione di potere utilizzare gli ambulatori pubblici del nosocomio per visite private. A loro avrebbe aperto anche le porte della sala operatoria per effettuare 14 interventi. Operazioni, quest’ultime, in cui i nomi dei medici non sarebbero mai comparsi formalmente grazie a un camice bianco compiacente che firmava le cartelle cliniche.

Ma il cuore dell’inchiesta, almeno per quanto riguarda il presunto reato di corruzione, ruota attorno al congresso, svoltosi dal 26 al 29 settembre 2021, quando Mirabella era ancora assessora con delega ai Grandi eventi nella giunta dell’ormai ex sindaco sospeso Salvo Pogliese, pure lui candidato, ma al Senato, con il partito di Giorgia Meloni. Stando alla ricostruzione dei magistrati la società organizzatrice, la New congress di Sorrento, avrebbe accettato di pagare, su input di Basile, 10mila euro alla Expo srl, altra azienda specializzata proprio nell’organizzazioni di congressi e manifestazioni, tra i cui soci di maggioranza compare proprio Barbara Mirabella. Un conflitto d’interessi sollevato già all’indomani del giuramento da assessora, nell’estate 2018, quando in molti avevano storto il naso per la doppia carica di amministratrice unica della società e per la delega pubblica nello stesso settore. Mirabella però aveva rimandato ai mittenti i sospetti, sostenendo di aver lasciato la gestione dell’azienda al fratello.

Basile, stando alle accuse, avrebbe anche fatto pressioni nei confronti di alcune società per ottenere la sponsorizzazione del congresso, minacciando in caso contrario di sospendere le forniture di prodotti all’ospedale. In questo ambito è finito indagato l’imprenditore Giovanni Trovato, amministratore unico della Medical TI. Trovato, per gli inquirenti, avrebbe consegnato un contributo 5000 euro, così “da ottenere l’incremento da parte dell’ospedale dell’acquisto di dispositivi realizzati dalla propria azienda”, si legge nei documenti delle forze dell’ordine.

Per l’ex rettore, la cui moglie (non indagata, ndr) è candidata con Fratelli d’Italia alle regionali nel collegio di Siracusa, il giudice per le indagini preliminari ha disposto la sospensione per 12 mesi da direttore dell’unità di Clinica chirurgica dell’ospedale. Per lui l’inchiesta odierna si aggiunge a quella che lo ha coinvolto quando era il Magnifico dell’università di Catania. Il 10 maggio scorso si è infatti aperto il processo sui presunti concorsi truccati all’interno dell’ateneo. Un “sistema squallido”, secondo i magistrati, che avrebbe determinato a tavolino le nomine di professori e ricercatori.

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