A quasi sette mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e con i prezzi del gas a 200 euro al megawattora, i ministri dell’energia dell’Ue “hanno concordato sulla necessità di una soluzione solida e urgente al fine di mitigare i prezzi elevati dell’energia il prima possibile”. Parola del vice primo ministro ceco, Jozef Sikela, che guida il semestre europeo e ha parlato in conferenza stampa dopo l’atteso Consiglio Energia a Bruxelles. Come sempre, l’urgenza a Bruxelles è relativa: la palla torna di nuovo alla Commissione che “entro metà settembre” è chiamata a “proporre interventi di emergenza e temporanei, incluso il price cap sul gas”, si legge nelle conclusioni del vertice. Da notare che le sue proposte erano attese in primavera.

Poi dovrà comunque esprimersi il Consiglio europeo: si parla di ottobre (i capi di Stato si incontreranno il 6 e 7 a Praga per un vertice informale e poi il 20 e 21 ottobre a Bruxelles). Di sicuro c’è che la proposta italiana di un price cap generalizzato su tutte le importazioni di gas non ha preso piede: “Se lo scopo della nostra politica è contrastare la manipolazione russa delle consegne di gas all’Ue, ha senso prendere di mira solo il gas russo”, ha detto la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, senza far cenno allo stop delle forniture via Nord Stream. “In questa fase nulla è fuori discussione” ma “un tetto generalizzato alle importazioni di gas, incluse quelle di Gnl, potrebbe presentare una sfida alla sicurezza dell’approvvigionamento“.

Cos’altro? “Intendiamo proporre un obiettivo obbligatorio per gli Stati membri per ridurre i consumi nelle ore di punta. Andrà quindi implementato in base alle circostanze nazionali”, ha detto Simson. Ma è probabile che l’obbligatorietà scatterà solo in caso di passaggio allo stato di emergenza, come previsto per il gas. Si lavorerà poi per “stabilizzare il mercato dei futures ed evitare che le aziende soffrano a causa di problemi di liquidità“, perché “l’incertezza creata dal comportamento irrazionale sta causando ulteriore stress per il commercio di energia elettrica. Coinvolgeremo le autorità di regolamentazione dei titoli e delle banche per intraprendere un’azione rapida”, ha detto Simson. E la Commissione “è pronta a sviluppare un indice complementare per il Gnl. L’attuale parametro di prezzo del gas, noto come Ttf, è collegato a un mercato relativamente piccolo e basato su gasdotti, che non riflette l’attuale realtà nell’Ue”.

Il presidente italiano Sergio Mattarella parlando da Skopje prima del vertice aveva auspicato che la Ue accelerasse: “La crisi sta mettendo in grave preoccupazione famiglie e imprese e di fronte a questo sconsiderato aumento delle tariffe energetiche l’Italia ha già proposto quattro mesi fa il price cap che altri paesi hanno iniziato ora a seguire. E’ urgentissimo procedere superando le ultime resistenze e porre le famiglie italiane al riparo dalle speculazioni”. Ma presto è stato chiaro che a Bruxelles tirava un’altra aria. “Un tetto al prezzo del gas in questo momento non è corretto”, ha detto il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, arrivando alla riunione. “L’importante è trovare un meccanismo di mercato per ridurre i prezzi” in modo che “le energie a basso costo” non siano impattate dalla corsa del gas, ha aggiunto, spiegando che il governo tedesco è favorevole al disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas – altra proposta della Commissione – “senza distruggere i meccanismi di mercato” e auspica che la discussione di oggi vada in questa direzione. Per il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjártó, il price cap è “una sanzione energetica nascosta. Abbiamo chiarito che non siamo nemmeno disposti a negoziare sanzioni energetiche”.

Cautamente a favore invece la Francia: “Se la Commissione europea lo propone, sosterremo un meccanismo per limitare il prezzo del gas russo consegnato tramite gasdotto”, ha detto la ministra della Transizione ecologica francese, Agnès Pannier-Runacher. Tutte le proposte Ue, incluso il tetto ai ricavi inframarginali delle compagnie energetiche, “sembrano andare nella giusta direzione”, ha aggiunto la ministra, facendo appello anche a un’accelerazione sulla riforma del mercato elettrico affinché “rifletta la realtà del prezzo di costo del mix energetico”. D’accordo anche il Belgio.

Intanto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta Anadolu, torna ad attaccare la Ue: “Per l’Europa l’inverno non passerà in modo così semplice, sarà molto problematico, molto pesante in termini di costi economici”. E dice di avere già discusso dei prezzi del gas con il capo di Stato russo Vladimir Putin: “se il leader del Cremlino sarà d’accordo, il costo dell’energia per la Turchia sarà più vantaggioso”. Ankara dipende da Mosca per almeno il 40% dei suoi bisogni energetici.

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