Berlino si prepara a un inverno di austerity energetica, con famiglie e imprese chiamate a ridurre i consumi. Nonostante i flussi del gasdotto Nord Stream 1 che collega Russia e Germania siano già stati ridotti da Mosca al 20%, Gazprom ha annunciato altri tre giorni di stop della condotta a partire dal prossimo 28 agosto. Per far fronte alla mancanza di gas russo il cancelliere Olaf Scholz ed il suo vice Robert Habeck si sono recati in Canada per concordare con il premier Justin Trudeau piani di forniture a medio lungo termine sia di gas liquido che di idrogeno, a partire dal 2025. Habeck ha avvertito: “Abbiamo davanti a noi un inverno molto difficile. Dobbiamo mettere in conto che Vladimir Putin riduca ulteriormente il gas. Con i siti di stoccaggio pieni abbiamo però un cuscinetto di sicurezza e possiamo lavorare a soluzioni alternative. Ma resta rispetto al consumo di un anno fa una differenza, un delta, e dobbiamo fare in modo che questo non sfoci in una crisi“. Il ministro ha aggiunto che “il proposito è ridurre del 20% i consumi: se ci riusciremo avremo una buona chance di superare l’inverno senza dover ricorrere a misure drastiche. Ma 20% è tanto e dev’essere chiaro”.

Dal 1° settembre partiranno le prime misure di risparmio negli edifici pubblici: aria condizionata a potenza ridotta, in inverno riscaldamento non oltre i 19 gradi, insegne e cartelloni pubblicitari spenti. Per ora ai privati è stato solo vietato di scaldare le piscine e ai negozianti di illuminare le vetrine tra le 22 e le 6. Il governatore dello Schleswig-Holstein Daniel Günther (CDU) auspica che vengano introdotti obblighi generalizzati e il suo omologo del Baden-Württemberg Kretschmann (Verdi) ha suggerito ai connazionali di ricorrere alla spugna umida per usare meno acqua calda nella doccia. La ministra per l’ambiente Steffi Lemke (Verdi) corregge il tiro: non c’è bisogno di imporre regole ai cittadini, ciascuno può giudicare cosa fare in casa propria. Un eccesso di divieti, come durante la pandemia, alimenterebbe le proteste. La AfD si appresta già a cavalcare il malcontento. Il segretario Tino Chrupalla ha invitato anche la Linke, che di fronte ai rincari si fa portavoce dei bisogni dei meno abbienti, a manifestare insieme. Un progetto chiaro quello dell’estrema destra: scatenare un nuovo inverno di rabbia popolare.

L’associazione delle industrie dell’alluminio d‘altronde ha lanciato l’allarme: la metà delle imprese dovrebbe fermarsi già con una riduzione del gas del 30% ed un quarto con una tra il 30 ed il 40%. Finora il gas non è mancato all’industria e le riserve sono piene quasi all’80%. Il colosso chimico Basf ha però già studiato come far lavorare le macchine a ritmo ridotto riducendo il consumo di gas; Henkel punta ad usare più carbone e gasolio; il gruppo immobiliare Vonovia abbasserà le temperature di notte nei suoi circa 500mila appartamenti dalle 23 alle 6. Le Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche, prevedono l’erogazione di un premio da 100 a 150 euro per i dipendenti che risparmieranno energia, mentre Commerzbank ha installato nella sua sede centrale un sistema di condizionamento a flusso d’acqua fredda. L’aeroporto di Francoforte mira a ridurre i consumi del 15% ma non è chiaro come. Deutsche Bank ha dichiarato di aver previsto una serie di misure tra cui un maggior ricorso al lavoro da casa mentre Schmidt, il primo produttore di Lebkuchen, i tradizionali dolci natalizi tedeschi, ha annunciato di aver avviato la produzione fin da luglio per assicurare riserve adeguate in caso di mancanza di gas ed approfittare di prezzi ancora sostenibili.

Un’analisi dell’Istituto per gli studi sul lavoro ed il mercato del lavoro (IAB) insieme all’Istituto federale per la formazione professionale e la Società per lo studio delle strutture economiche ha calcolato che la guerra in Ucraina potrà costare alla Germania 260 miliardi di euro da qui al 2030. In questo scenario tra il 2022 ed il 2028 si perderanno 150mila posti di lavoro. Il più colpito, a fronte della riduzione della perdita di potere di acquisto dei consumatori, sarà il settore gastronomico già provato dalla pandemia. Nel 2023 il Pil potrebbe calare dell’1,7%.

Il colosso dell’energia Uniper, salvato dal governo tedesco con 15 miliardi di euro, nel primo semestre dell’anno ha accumulato 12,4 miliardi di perdite. Più della metà, 6,5 miliardi, sono riconducibili al calo delle forniture russe. Uniper ha poi messo a bilancio un calo di valore per 2,7 miliardi dalla partecipazione nel gasdotto Nord Stream 2, completato ma mai entrato in funzione. Per la ARD il 22 agosto il gas costava 292,50 euro Mw/h mentre un anno prima appena 27. Per il portale Check24 il prezzo medio dell’energia nel 2021 era di 32,16 cent Kw/h e nel primo semestre 2022 è salito a 37,14 cent. Con la rimozione a luglio dell’addizionale per lo sviluppo delle energie alternative (EEG Umlage) pari a 3,723 cent Kw/h un nucleo familiare di quattro persone con un consumo di 5000 Kw/h si è trovato a pagare circa 222 euro di meno, ma il rapido aumento dei prezzi di quest’anno ha azzerato i benefici. Con l’inasprirsi della crisi energetica il cancelliere Scholz è stato quindi costretto ad impegnarsi ad intervenire con un terzo pacchetto di sgravi che deve essere ancora presentato, forse già in settimana.

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