In Germania quest’inverno gli edifici pubblici, con l’eccezione di ospedali e servizi sociali, non dovranno essere riscaldati oltre i 19 gradi centigradi. Non solo: niente più illuminazione notturna di edifici e monumenti ed insegne pubblicitarie. Subito prima di Ferragosto il ministro tedesco dell’economia e clima e vicecancelliere Robert Habeck (Verdi) in un’intervista alla Süddeutsche Zeitung ha preannunciato il contenuto dei decreti sul risparmio energetico necessari per rispettare l’accordo europeo che impone ai 27 Paesi membri di ridurre di qui al marzo 2023 i consumi di gas del 15% rispetto ai cinque anni precedenti. Il giorno dopo è arrivata anche la stangata per i consumatori: Berlino ha dato via libera al “Gasumlage”, un supplemento in bolletta da 2,4 centesimi a kilowattora che a partire da ottobre consentirà ai fornitori di scaricare sulla clientela fino al 90% dei costi aggiuntivi che stanno affrontando sul mercato. La misura arriva dopo il salvataggio pubblico di Uniper ed è una scelta obbligata, secondo Habeck: “L’alternativa sarebbe stata il crollo del mercato energetico tedesco e quindi anche di ampie parti del mercato energetico europeo”. Secondo il calcoli della Welt, per una famiglia media con una casa unifamiliare e un consumo annuo di 20.000 kilowattora i costi aggiuntivi arriveranno a quasi 500 euro all’anno.

Già dal 27 luglio anche la cupola del Bundestag viene spenta a mezzanotte e sono state decise la riduzione di riscaldamento ed illuminazione negli uffici parlamentari e dell’acqua calda durate gli orari di lavoro. Molte aziende si stanno preparando a risparmiare sul riscaldamento spedendo i dipendenti in home-office, mentre resta resta ancora incerto se ci saranno contributi per riscaldare le stanze adibite ad ufficio in casa. Secondo la Deutsche Energie-Agentur gli edifici pubblici sono circa 186.000 e abbassando la temperatura massima attuale dai venti gradi a uno in meno l’emittente televisiva tedesca ARD ha calcolato che si risparmierebbe circa il 6% del metano. In effetti le temperature minime per i luoghi di lavoro sono fin qui indicate in un regolamento tecnico e i gradi devono essere tra i 17 – 12 per lavori fisicamente pesanti – ed i 20, ma le stanze per pause ed attese, i bagni e le mense e quelle di pronto soccorso dovrebbero restare durante il loro uso ad almeno 21 gradi. Già a luglio Habeck aveva indicato interventi, coordinati col collega del lavoro Hubertus Heil (SPD) e le parti sociali, per raggiungere ulteriore efficienza nei consumi elettrici in aziende, uffici e case private e pronunciato il divieto di riscaldamenti a gas per le piscine private escludendo però controlli. Der Spiegel era incorso allora in un maldestro paragone con il dittatore rumeno Nicolae Ceaușescu che lasciò i romeni a tremare a 12 gradi.

L’Agenzia delle reti: “Consumi vanno tagliati del 20% – Il capo dell’Agenzia federale tedesca delle reti Klaus Müller ha dichiarato al settimanale tedesco Welt am Sonntag che i consumatori dovrebbero rinunciare almeno al 20% dei consumi elettrici; parallelamente anche le cessioni di energia ai Paesi vicini dovrebbero essere ridotte del 20% e dovrebbero essere acquisiti 15 GW/h di gas da altri Paesi. Stessi toni anche da Sebastian Bleschke, amministratore dell’Associazione delle aziende di accumulazione di elettricità ed idrogeno INES. Già in marzo “potrebbe accadere che in giornate molto fredde il prelievo di metano dalla rete sia così alto che il contestuale immagazzinamento non basti a coprire i bisogni” e la domanda dovrà essere ridotta anche se c’è ancora della riserva. Se le forniture da Nord Stream 1 dovessero essere interrotte si verificherebbe anche prima. Anche se le giacenze sono già riempite oltre il 75%, restano gli ulteriori traguardi dell’85% entro inizio ottobre e 95% al primo novembre. A luglio i consumi d’altronde risultavano già ridotti del 14% rispetto all’anno scorso, secondo l’Associazione federale di economia idrica ed energetica BDEW per il clima mite e l’alto prezzo del metano.

Il sovrapprezzo a carico dei consumatori – Lunedì 15 agosto è stata fissata a 2,419 cent kWh l’addizionale al prezzo del gas che le aziende energetiche dal primo ottobre possono recuperare dai consumatori. Corrisponde in pratica a quanto gli utenti contribuiranno fino al 1° aprile 2024 per il salvataggio degli operatori oberati dagli alti prezzi di importazione. L’addizionale effettiva, variabile nel tempo, è stata stimata dalla società Trading Hub Europe GmbH che da un anno organizza il mercato del gas tedesco insieme ad esperti dell’Agenzia federale delle reti e del Ministero dell’economia sulla base delle informazioni degli importatori, computando il totale prevedibile dei consumi nazionali fino al 30 settembre 2024 e ipotizzando l’andamento dei prezzi e le perdite delle aziende energetiche, che hanno avuto tempo fino a sabato sera per chiedere di accedere al finanziamento. Giocando d’anticipo sia RWE che Shell hanno inizialmente dichiarato di voler rinunciare a rivalersi del diritto di recuperare dagli utenti fino al 90% del sovraprezzo del metano. RWE ha poi specificato di non rinunciare definitivamente ad ogni prerogativa.

La richiesta di esenzione dall’Iva e l’ipotesi di tassa sugli extraprofitti – Il ministro Habeck vuole che sia contestualmente fatta chiarezza su un nuovo pacchetto di sgravi e richiede di tassare anche gli extraprofitti delle imprese energetiche, in aperto contrasto col collega delle finanze Christian Lindner (FDP), e pure il cancelliere Scholz trova che sarebbe “tecnicamente molto difficile”. Lindner per tutelare i contribuenti dall’inflazione vuole rinunciare alle maggiori entrate Iva e ha chiesto ufficialmente al Commissario Paolo Gentiloni il permesso dell’Ue. Habeck vuole però che anche gli extraprofitti dei produttori di energia vengano usati per proteggere i più poveri. I più colpiti dall’inflazione sono quanti non godono neanche dei sostegni sociali per affitto e gas: i pensionati ed i percettori dei redditi più bassi. Che non beneficiano di tetti all’esenzione fiscale, bonus per i figli, forfait per lavoro a casa, o riduzioni per il carburante. Le associazioni sociali richiedono perciò sia loro esteso un forfait per l’energia e l’esenzione dal paniere alimentare dell’Iva, altrimenti si rischia una crisi sociale. Esperti computano che anche un nucleo familiare medio affronterà rincari per 1.700 euro all’anno. Scholz ha dunque preannunciato un nuovo pacchetto completo che comprenda aiuti mirati. Il Cancelliere ha sottolineato che nonostante i segnali raccolti dall’intelligence federale tedesca (Verfassungschutz) non teme insurrezioni popolari perché la Germania ha un forte stato sociale.

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