Avrei voluto correre giù dall’isolato e urlare, ma non potevo scappare. Non potevo fuggire via, non potevo sfuggire al mio corpo”. Sono le parole che Vanessa Bryant, vedova di Kobe, star del basket, ha pronunciato nel corso del processo contro i funzionari della contea di Los Angeles, accusati di aver condiviso in privato gli scatti dei resti delle vittime dell’incidente aereo in cui persero la vita non solo il campione di basket, ma anche la figlia e altre sette persone. Il New York Times riporta la testimonianza di Vanessa che fa riferimento alla reazione avuta dalla vedova quando venne a sapere di quelle foto. E ora vive nella paura che finiscano in rete. “Una volta che sono diffuse, non puoi tornare indietro” ha affermato, spiegando anche di aver subito uno stress emozionale sapendo che personale del dipartimento dello sceriffo di Los Angeles e dei vigili del fuoco fecero fotografie sulla scena e se le scambiarono, e di come fosse scappata di casa per trovare un luogo in cui piangere e urlare lontano dalle sue altre tre figlie quando apprese della loro esistenza. “Non voglio che si imbattano in quelle immagini mai“, ha ripetuto. Vanessa Bryant sta facendo causa alla contea di Los Angeles per un milione di dollari di danni.

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