di Ilaria Muggianu Scano

L’ultimo canto del governo uscente ha varato il decreto Aiuti bis, con diverse misure economiche di sostegno a famiglie e imprese, rifinanziamenti e novità che hanno il gusto di sorprese inaudite. Non è certo passata inosservata a categoria e sindacati la curiosa trovata del docente esperto. Come funziona?

Si tratta di niente più che un premio alla carriera. Una figura che nominalmente vedrà la sua forma embrionale a partire dall’anno scolastico 2023-24 ma agli effetti diverrà operativa tra dieci anni. Perché l’insegnante di ruolo prescelto dovrà garantire la frequenza a tre corsi triennali nell’arco di nove anni. Il tempo di una laurea in Teologia nelle Facoltà Pontificie e ben superiore a quello di qualsiasi altro corso di laurea su suolo italiano. Senza alcuna mansione specifica rispetto al resto del corpo docente, andrà a prendere 5650 euro in più per tre anni, quindi circa 400 euro lordi al mese in più rispetto ai colleghi.

I professori esperti sono vincolati alla stessa scuola per i tre anni di investitura e saranno prescelti tra coloro che “abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili”. Banalmente, il docente prescelto sarà ripagato di nove anni di studi aggiuntivi rispetto ai titoli precedenti, con un assegno di circa 5000 euro l’anno, in unica soluzione.

La struttura del premio personale finalizzato all’aggiornamento del corpo docente fa oggettivamente acqua da tutti i pori: il docente che principia un percorso di aggiornamento durante il prossimo anno potrà dire di essere perfettamente aggiornato al termine del suo corso e al principio del suo mandato, che sostanzialmente si concretizzerà tra dieci anni? Se dovessimo semplificare verrebbe da pensare che approcciando un corso di sociologia dell’età adolescenziale e affrontando un approccio allo studio giovanile, il lessico di oggi, da “cringe” a “blastato”, sarebbe lo stesso quando i ragazzi che lo parlano adesso saranno laureati, inseriti nel mondo del lavoro e quello familiare da quasi due lustri?

Esperti di che? E quando? Come sarà spendibile tutto questo perfezionamento? Con chi? Per i sindacati: “Il governo trova nuove risorse per finanziare la figura del docente esperto, un meccanismo selettivo dei prof che riguarderà solo 8000 lavoratori all’anno e che la categoria ha già bocciato con lo sciopero generale del 30 maggio scorso”.

Non mancano gli interessati in prima persona, i docenti, che paventano inutile agonismo tra colleghi e la recrudescenza di una guerra tra poveri. Prof. Mario Luconi, docente di Fisica e promotore del Liceo Ambientale presso l’Istituto De Sanctis Deledda di Cagliari, dichiara: “A scuola la competizione tra colleghi non è cosa buona. Tra colleghi ci vuole collaborazione, solidarietà, cooperazione. Tra colleghi ci vuole amicizia, simpatia, comunione d’intenti. Già adesso le rivalità esistono e vi garantisco che non è bello sentire gli studenti che riportano voci di docenti che in classe criticano l’operato dei colleghi. Dopo gli aumenti di 5 € al mese degli anni precedenti, adesso si vuole impostare un aumento stipendiale mediante l’ascesa alle alte sfere col ruolo di docente esperto. Per diventare docenti esperti, i docenti inesperti, cioè tutti noi, dovranno sostenere un percorso di 10 anni con tre corsi da seguire con esami da superare, come fosse una nuova laurea. Dopo questi esami non si diventerà automaticamente docenti esperti, perché seguirà una selezione. Al momento non si sa quali saranno i meccanismi che stabiliranno le graduatorie nei singoli istituti. Quello che è però evidente è l’ennesimo tentativo di mettere in palio qualche soldo in più in busta paga mediante una corsa al massacro fra docenti pronti a scannarsi come gladiatori nell’arena».

Critica anche l’associazione Nazionale Insegnanti e Formatori che parla di “colpo di mano del governo Draghi”. Ad ogni modo, ai posteri di oltre due legislature l’ardua sentenza.

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