Donald Trump è indagato per spionaggio. Le indiscrezioni di stampa sono state confermate dal mandato di perquisizione dell’Fbi della sua residenza in Florida, dopo che lo stesso è stato desecretato dal tribunale. L’ex presidente è indagato per tre reati. Il primo riferibile all’Espionage Act, la legge anti-spionaggio del 1917, che punisce l’illecito possesso di informazioni relative alla difesa che potrebbero danneggiare gli Stati Uniti o beneficiare un Paese straniero; distruzione o occultamento di documenti per ostruire un’indagine governativa o un procedimento amministrativo; illecita rimozione di documenti governativi. Nessuna di queste leggi viene chiamata in causa nei procedimenti penali quando il materiale in questione è declassificato. Secondo il mandato dell’Fbi, infatti, tra i documenti ritrovati a Mar-a-Lago vi era materiale classificato come “top secret/Sci”, il massimo livello di segretezza.

Gli agenti che lunedì hanno perquisito la residenza di Trump hanno hanno portato via 11 faldoni di documenti riservati e venti scatole di oggetti. Compresi alcuni classificati come top secret, la cui consultazione è permessa solamente all’interno di speciali edifici governativi, dotate di particolari sistemi di protezione, chiamate in codice Scif. Durante la presidenza, Trump, che trascorreva molto tempo in quella che venne ribattezzata la “Casa Bianca della Florida”, aveva istituito una Scif a Mar-a-Lago, non più operativa però dal termine del suo mandato. Secondo il Wall Street Journal, nei documenti sequestrati erano contenute anche una serie di informazioni sul “presidente francese” Emmanuel Macron. Nel materiale sequestrato, inoltre, erano comprese fotografie, una nota scritta a mano e il provvedimento di clemenza nei confronti di Roger Stone, ex alleato di Trump.

Dopo la mozione presentata dal dipartimento di Giustizia e il via libera dei legali di Donald Trump, il giudice del tribunale federale della Florida ha desecretato il mandato con il quale gli agenti dell’Fbi hanno perquisito la residenza dell’ex presidente. L’atto contiene le motivazioni dell’indagine e la lista del materiale sequestrato. Trump ha replicato affermando che i documenti trasferiti a Mar-a-Lago erano stati tutti “declassificati” da lui prima del trasferimento. Il materiale, afferma l’ex presidente, era in un “luogo sicuro, con un lucchetto aggiuntivo su loro richiesta”. Gli esperti ricordano però che il presidente può declassificare alcuni documenti ma non quelli top secret, in quanto il loro contenuto è tutelato da altre leggi federali: “Informazioni di queste categorie, a prescindere da quello che il presidente possa dire o fare, richiedono sempre la protezione per l’interesse della sicurezza nazionale”, spiega William Leonard, ex capo dell’Information security oversight office degli archivi nazionali Usa.

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