Tra Italia Viva e Azione è in corso un confronto molto serio e serrato. Il polo della serietà può essere davvero la novità di questa campagna elettorale, perché le persone hanno capito che l’Italia può essere governata e che si possono produrre risultati. Io e Mariastella (Gelmini, ndr) siamo state e siamo ministre. E siamo l’esempio che si può governare dando risposte ai cittadini”. Sono le parole del ministro per il Sud Mara Carfagna, ospite di “In Onda” (La7), dove spiega le ragioni dell’abbandono del partito in cui ha militato per 18 anni e il suo ingresso in Azione.

Il motivo principale è la caduta del governo Draghi. “Diciamo che il M5s ha acceso la miccia – afferma Carfagna incorrendo in lapsus e dicendo ‘governo Conte’ anziché ‘5 Stelle’ – e Lega e Forza Italia hanno fatto divampare l’incendio. Il M5s ha creato il caso con la famosa della norma sul termovalorizzatore di Roma ma a uscire dall’Aula, a non votare la fiducia al governo, ad accompagnare alla porta l’italiano più illustre del mondo sono stati il M5s, la Lega e Forza Italia”.

Commento piccato di Carfagna a una dichiarazione resa in diretta da Giuseppe Conte (“Calenda è umorale e inaffidabile”): “Giuseppe Conte dovrebbe vergognarsi. Anziché dare patenti di affidabilità agli altri dovrebbe vergognarsi per quello che ha fatto. Taccia, così fa una migliore figura”.
Sul presunto cerchio magico intorno a Silvio Berlusconi, invece, Carfagna glissa: “Non ne voglio parlare per una questione di stile. C’è un confine labile tra la politica e la sfera personale nelle dinamiche di Forza Italia. Non ne ho parlato quando sono uscita dal partito e non intendo parlarne oggi”.

E su Renato Brunetta aggiunge: “È un carissimo amico, oltre a essere un uomo che stimo tantissimo. Quando parla in Aula e fa i suoi interventi nel Consiglio dei Ministri, sono tutti lì ad ascoltarlo ammirati, perché Renato è non soltanto un bravo politico, ma soprattutto un uomo molto colto e di grande esperienza. Non è ancora entrato in Azione perché credo che stia facendo una riflessione, ma io lo accoglierei qui immediatamente a braccia aperte”.

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