Walid è un bel nome: viene dal verbo arabo walada, che vuol dire nascere. E dunque Walid significa “figlio” o “neonato”. E se Walid diventa “Ualino” – che in barese significa Pasqualino – magari si può chiamare in causa anche il destino: da Walid a Ualino, la nascita di un figlio di Bari. Eh già, perché Walid Cheddira con la tripletta al Bentegodi contro il Verona che ha regalato il passaggio del turno in Coppa Italia ha fatto impazzire di gioia Bari, che per la verità già si era molto legata a quel ragazzone italiano ma di origine marocchina che peraltro contraccambia l’affetto. Figlio d’arte: il papà Aziz aveva giocato a calcio a ottimi livelli in Marocco, prima di trasferirsi in Italia, a Loreto. Nelle Marche è nato e cresciuto Walid: viso quasi identico a quello di Luigi Di Maio, fisico importante, è alto 1 e 87, ma agile e veloce. Dopo la trafila delle giovanili e l’esordio in Promozione ed Eccellenza con la squadra della sua città passa alla Sangiustese in D. Disputa ottimi campionati, che gli valgono la chiamata del Parma che lo prende ma lo manda a giocare prima ad Arezzo, poi a Lecco: in entrambe le occasioni fa un po’ di fatica nell’impatto con il professionismo. Ma nella stagione successiva a Mantova, ancora in Serie C, dove una buona stagione prendendosi una maglia da titolare, mai lasciata, con 38 presenze e 9 gol.

Poi il Bari, sempre in prestito, ma stavolta scocca la scintilla. Segna poco, solo 7 gol in una stagione, ma le sue giocate e l’attaccamento alla maglia e alla città (basti pensare che papà Aziz guarda le sue partite in curva) lo trasformano in un beniamino della calda tifoseria biancorossa, che lo ribattezza appunto “Ualino”. Coi galletti conquista la promozione in Serie B, ma è pur sempre un giocatore del Parma, in prestito e dunque al termine della stagione deve far ritorno in Emilia. Ci pensa il ds Polito a riportarlo in biancorosso però: il riscatto fissato a 700mila euro sfuma, ma la società pugliese lo compra alcuni giorni dopo per circa 350mila euro. Walid esulta attraverso Instagram, con un video in cui commenta il suo ritorno in biancorosso: “Sentirmi chiamare Ualino da voi mi ha fatto sentire così a casa che ho deciso di rimanere a Bari ancora per un bel po’. Siete pronti? Si riparte!”.

E che ripartenza per Ualino/Walid: se nella stagione precedente aveva segnato solo 7 gol, ora è già a 5 in due partite. Ha segnato una doppietta nel preliminare di Coppa Italia contro il Padova, finito 3 a 0 per i galletti, tre nella serata di ieri contro l’Hellas dove il Bari ha vinto per 4 a 1 contro una formazione di Serie A e reduce da un ottimo campionato. Bellissimo il primo gol, con l’attaccante italo marocchino che si è bevuto un osso durissimo come Gunther; poi ha trasformato un rigore e infine ha fatto valere il suo fisico in una mischia in area. E’ già capocannoniere, a sorpresa, della Coppa Italia, ma può fare molti altri gol Cheddira (che alla prossima incontrerà proprio la sua ex squadra, il Parma): tecnica e velocità in B sono più tutelate rispetto alla Serie C, e Walid già sta dimostrando di poter diventare un punto fermo del Bari che sogna il ritorno nel grande calcio. D’altronde già si è conquistato tra gol, giocate e la sua simpatia, l’amore di una tifoseria tutt’altro che avara nei confronti dei suoi beniamini: basterebbe ricordare un passato abbastanza recente in cui a Bari nessuno era straniero, nemmeno Guerrero… Figuriamoci uno che si chiama Ualino.

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