Le perplessità riguardo la preparazione atletica del calcio italiano continuano. Dopo Julian Nagelsmann che qualche settimana fa prendendo atto delle condizioni fisiche di Matthijs De Ligt aveva messo in dubbio il lavoro di Allegri e del suo staff, ora tocca a Zdenek Zeman. Il tecnico boemo in un’intervista a Libero ha denunciato i difetti del calcio italiano: “La preparazione fisica perfetta è la base del risultato che si ottiene, poi, in campo. Oggi vedo alcune squadre, anche top, allenarsi poco. I giocatori sono stanchi dopo due corsette, si mettono le mani ai fianchi. In Inghilterra corrono il doppio e si allenano meglio”. Secondo l’ex allenatore della Roma questa è una delle ragioni per cui la Champions League in Italia manca dal 2010: “I giocatori tengono troppo la palla e camminano. Rallentano tutto. Non velocizzano, non mangiano il campo. Così è difficile essere competitivi in Europa”.

Zeman ha poi parlato anche della condizioni in cui versa il calcio attualmente: “La disciplina è cambiato rispetto a un tempo, ma in meglio o in peggio? Tutti dicono che c’è progresso in tutti i settori della vita, facciamo quindi finta che sia cambiato in meglio. Se il calcio deve essere solo business, hanno ragione loro, ma io lo considero ancora uno sport”. Negli anni Novanta il suo modo di insegnare calcio rivoluzionò il pallone: “Ho sempre considerato il calcio un mezzo per non far dormire la gente allo stadio. Convinzione che mi veniva dalla pratica sportiva che ho fatto all’Università dello Sport a Praga dove giocavo a pallamano e a hockey su ghiaccio. Amo lo sport puro mai schiavo del business, fatto di divertimento, ma anche di lavoro estremo“.

“Non mi è mai importato vincere a tutti i costi, quella è una regola arida oggi in voga, purtroppo anche in squadre che vorrebbero vincere in Europa. Ai miei giocatori dicevo: segnate un gol in più dell’avversario. Giocate con gioia. E non è vero che disdegnassi la fase difensiva, la regola era cercare il risultato attraverso la bellezza”, spiega ancora il boemo. Un pensiero lo ha voluto dedicare anche alla Serie A: “In Italia noto la tendenza di ricreare un campionato vario con sette sorelle, come una volta: Juve, Inter, Milan, Roma, Lazio, Napoli e Fiorentina. Tra di esse mi convince di più il Milan. Ha vinto giocando meglio di tutte anche se Ibra è stato in campo poco e niente. Se ha avuto meriti, li ha evidenziati nello spogliatoio”.

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